Castelraimondo: approvato l'ordine del giorno sulla crisi della Vitaviva Italia

4' di lettura 14/04/2010 - E' stato approvato all'unanimità, l'ordine del giorno scaturito dal consiglio comunale aperto, che si è svolto martedì nel teatro comunale, per discutere della situazione della Vitaviva Italia, l'azienda che produce box doccia e vasche, con 44 posti di lavoro a rischio, le cui quote saranno cedute il 22 aprile dalla proprietà, la multinazionale tedesca Villeroy e Boch, alla Construction Ag di Monaco, afferente all'holding finanziaria Certina, che si occupa di acquisizioni e ristrutturazioni aziendali, prevedendo il mantenimento in capo alla Villeroy degli immobili e degli impianti.

Questo è l'elemento che preoccupa di più lavoratori, sindacati ed istituzioni, sull'effettiva volontà di rilancio dello stabilimento da parte di chi ha acquisito il marchio Vitaviva Italia. Ieri mattina (14 aprile) sulla situazione dello stabilimento si è svolto un vertice in prefettura con picchetto dei lavoratori, mentre questo pomeriggio alle 14.30 si terrà l'incontro tra sindacati, vecchia e nuova proprietà, istituzioni, nella sede di Confindustria Macerata.


Nell'ordine del giorno si ricostruisce la storia dello stabilimento, attivo nel 1986 con la produzione di pannelli solari, poi ceduto alla Itema e quindi alla Merloni Termosanitari, che nel 2001 lo vende alla multinazionale tedesca con 120 dipendenti, ridotti a 70 nel corso del 2008, giunti ai 44 attuali con successiva messa in mobilità ed incentivo all'uscita. Nell'ordine del giorno si impegna la giunta comunale a "porre in essere tutte le iniziative possibili per scongiurare la perdita dei posti di lavoro ed il ridimensionamento della Vitaviva Italia srl, ivi compresa la tempestiva istituzione di una tavolo di confronto tra le parti, affinchè ciascuna istituzione coinvolta possa contribuire a favorire il chiarimento e l'assunzione di responsabilità della proprietaria Villeroy e Boch, nei confronti dei lavoratori, delle loro famiglie e del territorio, individuando percorsi condivisi di effettivo rilancio dello stabilimento".


Nel documento sono state fatte proprie le richieste delle rappresentanze sindacali, espresse da Stefania Montagner della Fim Cisl e Stefania Marinucci della Fiom Cgil, mentre tra il pubblico erano presenti i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil. "Chiediamo la presentazione di un piano industriale certo, che è un elemento fondamentale per il futuro dei lavoratori – hanno detto le sindacaliste – ci batteremo per la difesa dei posti di lavoro e per il rispetto dell'accordo di due anni fa, per coloro che sono stati messi in mobilità. Chiediamo aiuto alla politica per dare progettualità al territorio".


Tra le criticità ribadite nell'ordine del giorno, inviato a Ministero dello Sviluppo Economico, Regione, Provincia e Confindustria Macerata, "il trend del personale è stato sempre e costantemente in calo, situazione aggravata dalla perdurante crisi economica" ed inoltre "negli ultimi anni i dipendenti hanno espresso preoccupazione per il futuro dello stabilimento, manifestando, a più riprese forti perplessità circa l'efficacia delle strategie produttive messe in atto dalla proprietà". Si esprime inoltre sostegno allo stato di agitazione dei dipendenti "effettivamente motivato dalla mancanza di garanzie sufficienti sulle prospettive non solo di sviluppo, ma di prosecuzione dell'attività".


Il sindaco Luigi Bonifazi ha sottolineato come le linee guida dell'intervento istituzionale debba andare nel senso della tutela massima dei dipendenti. Ha preso poi la parola Fabio Montanini, dirigente del servizio Lavoro della Regione, il quale ha detto che l'ente chiederà di incontrare la proprietà, illustrando gli strumenti per il rilancio aziendale, con la possibilità di estendere a questo caso, quanto previsto nel recente accordo di programma firmato dall'Antonio Merloni. Il presidente della provincia Franco Capponi ha spiegato come la provincia ha a disposizione una serie di strumenti, nel settore della formazione e fondi per l'anticipo della cassa integrazione, invitando a verificare quali siano le rali intenzioni della nuova proprietà.


Il vicesindaco Renzo Marinelli, dopo aver ricordato la vicenda della chiusura della Fabercarta, ha invitato tutti ad un'azione sinergica ognuno nel proprio ruolo, per conservare sito produttivo e posti di lavoro. Sono intervenuti anche i consiglieri regionali Sara Giannini (Pd), Francesco Acquaroli (Pdl), Francesco Massi (Pdl) ed il consigliere provinciale Daniele Salvi. Ha chiesto di parlare anche Roberto Busco, imprenditore marchigiano del settore vasche e piscine, che si è detto interessato all'acquisto.


   

dal Comune di Castelraimondo
www.comune.castelraimondo.mc.it







Questo è un comunicato stampa pubblicato il 14-04-2010 alle 14:41 sul giornale del 15 aprile 2010 - 660 letture

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