Cooperazione universitaria tra Cina e Marche: tavolo tecnico a Nanchino

2' di lettura 04/06/2010 -

Non solo le imprese marchigiane, ma anche le Università del territorio possono intravvedere opportunità di sviluppo dai sempre più stretti rapporti di amicizia e collaborazione tra le Marche e la regione cinese dello Jiangsu.



In occasione dell’inaugurazione della mostra su Padre Matteo Ricci a Nanchino, tra i numerosi incontri bilaterali si è tenuto anche un tavolo tecnico” dedicato alla cooperazione universitaria. Per la delegazione marchigiana vi hanno preso parte il presidente della Provincia di Macerata, Franco Capponi insieme al preside della facoltà di economia della Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori, ai docenti dell’università di Urbino Alessandra Brezzi e Giuseppe Giliberti, al funzionario della Regione Cristino Varotti.

“Da parte cinese – ha riferito Capponi – c’è molta interesse per le nostre università e grande curiosità è stata mostrata per il modello marchigiano definito “virtuoso”, caratterizzato da grande coesione sociale, ottima qualità della vita, buon rapporto tra ambiente e sviluppo economico. La cooperazione con gli Atenei delle Marche viene vista dai cinesi dello Jiangsu (77 milioni di abitanti) un veicolo di estrema importanza per lo sviluppo della cultura e della formazione”.

Nel “tavolo di lavoro” a Nanchino si è parlato di “Collegio diffuso Matteo Ricci” quale progetto di cooperazione nell’alta formazione con corsi residenziali di studenti cinesi nelle quattro città universitarie delle Marche: Ancona, Urbino, Macerata e Camerino. Per Macerata, oltre che verso l’Ateneo, la collaborazione può essere estesa all’Accademia di Belle Arti. Da parte cinese, infatti, oltre che per i settori dell’economia, delle certificazione linguistica, della gestione del patrimonio culturale, c’è interesse – ha riferito il presidente della Provincia di Macerata – verso i settori moda e design, arte, ceramica, restauro.

Anche per i settori del turismo, della gastronomia e dello spettacolo (musica, teatro, canto) è stato espresso interesse a frequentare nelle Marche master e corsi di specializzazione. Insomma il Made in Italy affascina i cinesi non solo nei prodotti finiti, ma anche nel modello culturale che è alla base del nostra saper fare.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 04-06-2010 alle 16:19 sul giornale del 05 giugno 2010 - 477 letture

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