San Severino: museo archeologico, inaugurata la sezione geologico – paleontologica

inaugurazione sezione geologico – paleontologica 2' di lettura 30/08/2010 -

Una folla numerosa ha preso parte alla cerimonia di apertura della sezione geologico – paleontologica del museo archeologico comunale “Giuseppe Moretti”, a San Severino Marche. La struttura, ubicata nel complesso monumentale del Castello al Monte, è stata inaugurata dal sindaco, Cesare Martini, e dall’assessore alla Cultura, Alessandra Aronne, alla presenza di Elio Antonini, che ha raccolto i numerosi reperti in mostra, dell’assessore ai Lavori Pubblici, Gianpiero Pelagalli, dei consiglieri comunali Gilberto Chiodi e Massimo Panicari, dell’ex assessore Franco Ippodimonte, dell’ex consigliere provinciale Pietro Cruciani, del rappresentante dell’Università degli studi di Camerino, Maria Chiara Invernizzi, del comandante della locale stazione dei Carabinieri, Pier Luigi Lupo.



“Si è finalmente coronato un sogno – ha detto portando il proprio saluto ai numerosi presenti il sindaco di San Severino, Cesare Martini, che ha anche sottolineato – Credo che questo sia l’unico esempio in Italia dove è raccolta la storia di un paese fin dalle sue origini. Esso è per questo un vanto ed un orgoglio della nostra città”.

Lungo l’elenco dei ringraziamenti affidati all’assessore alla Cultura, Alessandra Aronne, che si è aperto con un riconoscimento a chi per primo ha pensato e proposto il progetto “Viaggiare nel tempo”: i settempedani Luca Maria Cristini, Roberto Ranciaro, Alberto Pizzi ed Elio Antonini. Quest’ultimo è stato, come detto, il super festeggiato nel corso della cerimonia di apertura della nuova sezione del museo “Moretti”. E’ grazie a lui, ed ai suoi ritrovamenti, che oggi l’esposizione può vantare un così ricco patrimonio: “Essa – ha ricordato l’assessore Aronne – illustra le tappe fondamentali dell’evoluzione geologica delle Marche, da 200 milioni di anni fa fino ai nostri giorni”.

Il territorio settempedano, come è stato ricostruito dal professor Alberto Pizzi e dal geologo Roberto Ranciaro, ha restituito nel tempo preziosissime e variegate testimonianze: dai molluschi rinvenuti fra i calcari mesozoici della fascia montana, quelli della gola di Sant’Eustachio, del monte San Vicino e di Sant’Elena, ai denti di squalo ed i ricci di mare scoperti nelle marne mioceniche della fascia pedemontana e collinare delle località Sassuglio, Ponte dei Canti e Patrignolo, alle foglie rinvenute nei gessi messiniani della fascia collinare di Sasso e Cesolo, per finire con i microfossili che caratterizzano le argille plioceniche.

I nuovi spazi saranno a breve corredati anche da un laboratorio didattico in cui, soprattutto gli studenti della scuola primaria e secondaria, potranno toccare con mano fossili e minerali osservando al microscopio le meraviglie della natura nell’infinitamente piccolo e, magari, ricostruire questi antichi esseri viventi.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 30-08-2010 alle 16:22 sul giornale del 31 agosto 2010 - 828 letture

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