San Severino: il sindaco ricorca la Resistenza settempedana

3' di lettura 25/04/2011 -

“Anche quella della Resistenza settempedana è stata una storia fatta di tante storie. Vorrei dire grazie a testimoni e protagonisti. Essi meritano la nostra più grande riconoscenza”.



Con queste parole il sindaco di San Severino Marche, Cesare Martini, ha celebrato - dando lettura al discorso ufficiale pronunciato al Monumento ai Caduti di tutte le guerre alla presenza del consigliere capogruppo del Pdl, Gilberto Chiodi, delle altre autorità politiche e civili, dei rappresentanti dell’associazione partigiani, delle associazioni combattentistiche e d’arma -, il 25 Aprile, Festa della Liberazione.

“Come ha invocato in queste ore il governatore delle Marche, Gian Mario Spacca: “Unità, coesione, coraggio e fiducia nel futuro, riuscirono a rompere le catene del nazifascismo che aveva stretto in una morsa infernale il nostro Paese” – ha poi proseguito Martini, aggiungendo – Quello di oggi è un anniversario ancor più significativo quest’anno poiché coincide con quello per i 150esimo dell’Unità d’Italia. Nel 1861, come nel 1945, furono ideali forti, sogni coraggiosi ad animare la lotta per la libertà e per l’indipendenza. Oggi, allora, dobbiamo dire grazie a quegli uomini e a quelle donne che, con il loro coraggio, permisero tutto ciò. Ho preso parte con viva commozione, appena una settimana fa, nella città di Osimo, alla consegna del premio “Renato Fabrizi” al nostro concittadino Bruno Taborro, presidente della sezione Anpi intitolata alla memoria del capitano Salvatore Valerio. Ho ascoltato le sue parole ed ho capito che noi tutti abbiamo ancora molto da imparare da persone come lui. Il Comune di San Severino Marche ha avviato una ricerca storica perché venga riconosciuta alla Città la medaglia al valor civile che da anni aspetta. Si tratta di una ricerca che ci ha portato ad imbatterci in una storia dove spesso non c’erano partiti e divisioni. Una storia di assistenza e solidarietà.

Una storia di accoglienza alle famiglie deportate ed alle famiglie ebree, come quella del medico Mosè Di Segni. Per i figli Riccardo, rabbino capo di Roma, Elio e Frida questa Amministrazione, in segno di profonda riconoscenza, ha deciso di proporre la cittadinanza onoraria che, mi auguro, possa essere assegnata il 2 luglio prossimo, in occasione dell’anniversario della Liberazione della nostra città. La nostra storia – ha poi concluso Martini nel suo discorso ufficiale - è stata la storia dei tanti partigiani del Battaglione Mario. C’erano molti uomini ma anche qualche donna. Elia Lucarini, che oggi vive a Jesi ed ha festeggiato il suo centesimo compleanno, ci ha raccontato la sua esperienza come “staffetta”. Una sorta di corriere, essenziale per far girare lettere, ordini e direttive da un centro partigiano all’altro. Ha detto la signora Elia: “Io partivo da Serra San Quirico per arrivare a Chigiano dove era attiva una cellula partigiana importante e dove si combatté, nel marzo del 1944, una sanguinosa battaglia tra partigiani e forze italo tedesche, passata alla storia come l’eccidio di Chigiano”. Oggi, allora, ricordiamo questa ed altre pagine di storia. Della nostra storia”.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 25-04-2011 alle 23:41 sul giornale del 26 aprile 2011 - 731 letture

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