San Severino: a palazzo Manuzzini la mostra personale di Vera Santarelli

Vera Santarelli 4' di lettura 09/07/2012 - Dal 21 luglio al 23 settembre prossimo la Pinacoteca civica di San Severino Marche, nella prestigiosa sede di palazzo Manuzzini, ospiterà una persona della pittrice Vera Santarelli.

L’evento, atteso da molti anni, è stato reso possibile grazie all'impegno dei Comuni di San Severino Marche e Camerino e la collaborazione dell'Università degli Studi di Camerino, la Pinacoteca civica di Camerino, la Pinacoteca civica di San Severino Marche e i Teatri di Sanseverino ed i patrocini della Regione Marche e della Provincia di Macerata.

L’esposizione, curata da Francesco Rapaccioni, è strutturata in sei sezioni tematiche che ripercorrono il lavoro dell'artista negli ultimi dodici anni ed arriva a San Severino, in una versione integralmente rispensata, dopo una prima tappa camerte.

“Il piano terra di palazzo Manuzzini, sede della prestigiosa Pinacoteca civica di San Severino – spiega Francesco Rapaccioni, che ne è curatore - ha ospitato per decenni il museo archeologico comunale e appare perfetto per il senso e i temi di questa personale che presenta circa sessanta opere, olii per la maggior parte, ma anche acquerelli e documenti, alcuni dei quali inediti”.

Queste le sezioni dell’allestimento che parte dal cosiddetto “Filo conduttore” in cui alcune figure di Vera Santarelli camminano su un filo conduttore e possono sembrare alla ricerca di un equilibrio, ma in verità equilibrio hanno trovato ed equilibrio trasmettono allo spettatore, anche quando sono alle prese con equilibrismi. Al tema sono dedicati l'immagine iconica della mostra e gli scritti in catalogo di Gianni Degli Antoni e Francesco Rapaccioni.

Si prosegue, poi, con i “Camicioni”: Vera Santarelli privilegia da sempre la femminilità; in questi ultimi anni le sue figure solitarie sono talvolta angolate leggermente a sinistra e vestite di ampi camicioni che sottintendono le solite forme generose e lo smalto alle unghie dei piedi. A Paolo ricambia, con lo sguardo e la sensibilità attuali dell'artista, la dedica di un tempo di Paolo Volponi, a cui Emanuele Zinato ha dedicato la riflessione in catalogo. La mosca in fronte è un evidente richiamo a “Le mosche del capitale”, ultimo romanzo di Volponi.

Terza sezione è quella della “Carta Plissettata”: nei quadri di Vera Santarelli spesso oggetti, figure umane, animali sono fatti di carta plissettata bianca, materiale che rende concreti i sogni e i desideri. Si prosegue poi con “I Musici”, figura scelta come immagine della stagione 2011-2012 de “i Teatri di Sanseverino”. Il dittico composto da “Il mistero accanto all'enigma” e “Il richiamo del chiaro di luna” ha suggestioni dechirichiane, evitando però sbilanciamenti nella metafisica.

Fra le sezioni anche quella dedicata alla “Classicità”, tema ricorrente in Vera Santarelli, riferimenti per la maggior parte al mito ma anche alla storia, alla letteratura, alla musica, al teatro, alla cultura in generale, considerata come imprescindibile dalla vita; riferimenti piegati alle esigenze di un quotidiano che si fa immaginifico e aumenta le possibilità del reale, ammettendone la coniugazione con un'irrealtà concreta e tangibile. Antonello e Duccio Trombadori hanno scritto negli anni Novanta due recensioni, riprese nel catalogo della presente esposizione.

Penultima sezione sarà quella dell’ “Attesa”: una presenza costante, anche in questo caso, nella produzione di Vera Santarelli, le figure paiono aspettare un altrove, desiderandolo: un altrove che è sempre a portata di mano (fuori o dentro di noi), generando serenità e appagamento, mai beckettiana inquietudine. Il catalogo è ordinato in senso cronologico: interessante dipanare il filo conduttore dell'attesa declinato negli anni in modi assai originali.

E per finire il “Teatro”: nel percorso si inserisce una piccola ma significativa sezione documentaria. In mostra locandine e programmi di sala di Bohème e Madama Butterfly andate in scena nel 1975 e nel 1977 in Teatri di Tradizione (Jesi, Cosenza e altri). Dei due spettacoli Vera Santarelli, che allora si firmava Vera Straini, usando il cognome del marito Fabrizio, curò le scenografie delle quali vengono esposti, per la prima volta e dunque totalmente inediti, i bozzetti originali dell'artista.

Il catalogo, curato da Francesco Rapaccioni, è pubblicato da De Luca Edizioni d'Arte e contiene la presentazione di Dario Conti, i contributi di Paolo Volponi, Emanuele Zinato, Antonello Trombadori, Duccio Trombadori, Gianni Degli Antoni e Francesco Rapaccioni e la riproduzione di 33 opere, 27 a colori e 6 in bianco e nero. Viene venduto in mostra al prezzo promozionale di 10 euro (prezzo di copertina 15 euro).

Orari di apertura: da martedì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 (lunedì chiuso). Ingresso gratuito. Inaugurazione sabato 21 luglio 2012 ore 17.

Infoline 0733.638095

Vera Santarelli è nata a Camerino, dove vive e lavora. Ha compiuto la sua formazione all'Accademia delle Belle Arti di Macerata sotto la guida di Remo Brindisi. Appassionata di musica lirica e sinfonica, negli anni Settanta ha avuto esperienze di scenografie teatrali creando bozzetti originali per opere liriche allestite in Teatri di Tradizione. Si è distinta in numerose mostre personali e collettive in Italia e all'estero.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-07-2012 alle 17:08 sul giornale del 10 luglio 2012 - 644 letture

In questo articolo si parla di cultura, san severino marche, Comune di San Severino Marche

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