San Severino: nuova pubblicazione di Raoul Paciaroni sui proverbi sanseverinati

3' di lettura 20/01/2013 - E’ dedicata ai “Proverbi sanseverinati dell’Ottocento” la nuova pubblicazione, firmata dallo storico Raoul Paciaroni, che l’Amministrazione comunale di San Severino Marche ha realizzato in occasione del nuovo anno e che rientra in una ricca collana di cui fanno parte altri trenta volumetti.

Protagonista dell’opera, stampata dalla litografia “Grafica & Stampa”, è don Filippo Rossi che dal 1890 al 1932 resse la parrocchia di Corsciano. Oltre a svolgere l’attività pastorale connessa al suo ministero, don Filippo fu anche un discreto poeta e scrittore, autore di libri di preghiere ad uso della Chiesa settempedana nonché di detti comuni e pensieri educativi tratti dalla vita dei santi oltreché studioso delle tradizioni popolari. Proprio quest’ultima attività viene illustrata nell’opuscolo.

“Don Filippo – sottolinea nella presentazione il sindaco, Cesare Martini – si dilettò a trascrivere i proverbi che sentiva sulla bocca dei suoi compaesani e a registrare le costumanze più caratteristiche, un patrimonio di vita e di cultura popolare che sarebbe andato completamente dimenticato senza il suo paziente lavoro di ricerca. I proverbi e i modi di dire che vengono presentati appartengono ad un mondo non molto lontano nel tempo ma ormai quasi completamente scomparso e di cui restano poche tracce, attraverso le quali è possibile la conoscenza di un sistema di vita molto differente da quello attuale”.

Nelle pagine del libro, presentati in ordine alfabetico, vengono anzitutto raccolti proverbi e pregiudizi che sono commentati dallo stesso don Filippo Rossi. Si inizia con la A di “A buon intenditor poche parole” per giungere alla U di “Una mano lava l’altra, e tutte e due lavano il viso”. Poi c’è spazio per altri proverbi e costumi popolari come “Chi fabbrica in inverno fabbrica in eterno”.

Nelle pagine del volumetto, infine, viene più volte ricordata dall’autore la figura dell’indimenticabile don Quinto Domizi, nato a San Severino Marche il 20 dicembre 1922 e morto il 22 giugno 2012. Uomo dall’intenso impegno culturale, don Quinto ha pubblicato centinaia di articoli per “La Voce Settempedana”, pagina locale dell’Appennino Camerte, ma anche saggi e contributi di notevole interesse storico e agiografico. Egli poteva essere definito, come ricorda lo stesso Paciaroni, “sacerdote erudito”, proprio come lo fu don Filippo Rossi.

“Sanseverino – scrive Paciaroni nella premessa alla sua ultima opera – ne ebbe molti nel passato. Senza andare troppo indietro nel tempo non possiamo non ricordare i nomi di alcuni di essi: Giancarlo Gentili, Anastasio Tacchi, Pacifico Del Frate, Pacifico Ciarmadori, Igino Bianconi, Filippo Rossi, Giuseppe Marinelli, Decio Donati, Angelo Mariani, Otello Marcaccini, Amedeo Gubinelli, Eusebio Caciorgna, Quinto Domizi. Essi rappresentarono tutta una dolce armonia tra l’ingegno e la modestia, il sacrificio e il dovere: essi gettarono germi fecondi di bene in mezzo a noi, e passarono la stima e la venerazione di ogni ceto di cittadini. Essi continuarono la tradizione, il prestigio , quel grado elevato di cultura che ha sempre contraddistinto e tenuto in buona fama il clero settempedano”.








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 20-01-2013 alle 15:56 sul giornale del 21 gennaio 2013 - 562 letture

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