La guerra e le sue vittime raccontata da Raoul Paciaroni

2' di lettura 17/06/2014 - A settant’anni dalla Liberazione della città di San Severino Marche lo storico settempedano Raoul Paciaroni presenta il volume “Una lunga scia di sangue. La guerra e le sue vittime nel Sanseverinate (1943-1944)”.

L’appuntamento è per sabato prossimo (21 giugno), a partire dalle ore 18, al teatro Italia. La pubblicazione, che si avvale del patrocinio del Comune di San Severino Marche e dell’Università degli studi di Macerata, narra delle vicende che qualcuno ancora racconta, note da decenni, quelle che hanno composto la Resistenza, ma che oggi vengono definitivamente rilette in chiave storica, riscoperte nelle carte d’archivio e nelle testimonianze. Il volume di Paciaroni, edito da Hexagon, riporta in oltre trecento pagine illustrate inediti documenti corredati da un'iconografia composta da fotografie d'epoca mai pubblicate.

L'autore è un grande storico e, come sempre, ha scelto di far parlare i documenti delineando personalità e azioni di quelli che furono i veri protagonisti della Resistenza. Al tempo stesso chiarisce e completa vicende che hanno segnato per sempre la storia della città, svela i lati umani dei combattenti nella disumanità di una guerra fratricida che seminò odi dai quali, settant'anni dopo, forse non ci siamo ancora del tutto liberati.

“Il volume “Una lunga scia di sangue” – si legge in una presentazione dello stesso - è uno studio scientifico, non una memoria partigiana di ispirazione antifascista né un'opera revisionista che rilegge gli eventi della Resistenza in chiave di guerra civile troppi anni dopo. È un'importante opera monografica frutto di oltre un lustro di lavoro di ricerca sugli eventi, sui caduti e sull'eredità della Resistenza settempedana, dove il sangue diventa l'unico denominatore comune di esistenze più o meno giovani stroncate in quei nove mesi di guerra. Partigiani, italiani, slavi, africani, militi della G.N.R., soldati sbandati, spie, fascisti, civili innocenti, tedeschi, alleati, donne e bambini, uniti nel loro comparire in queste pagine solo dalla morte che hanno condiviso dall'8 settembre 1943 al primo luglio 1944, giorno delle Liberazione, e purtroppo anche oltre, in mesi se non anni successivi dove gli "effetti collaterali" della guerra finita lasciarono sul campo tanto altro sangue. Si sono contati più di cento morti in quei nove mesi nel Sanseverinate. Vincitori e vinti, fascisti e patrioti, civili e militari. Questo studio non riscrive la storia della Resistenza, che è stata già scritta non da oggi da rispettabili studiosi, ma in questo saggio emergono nuovi fatti, figure mai indagate e molti eventi sono stati arricchiti da documenti inediti, precisazioni e testimonianze orali e scritte raccolti in maniera rigorosa per metterli in salvo prima che l'oblio finisca per ingoiarne, per sempre, la memoria”.






Questo è un articolo pubblicato il 17-06-2014 alle 12:21 sul giornale del 18 giugno 2014 - 533 letture

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