Pioraco: la festa del PD nel segno delle politiche energico-ambientali

Partito Democratico bandiera 5' di lettura 21/07/2014 - Prima l’inaugurazione della sede del Circolo intercomunale del Pd, intitolata a Nelson Mandela, poi un dibattito partecipato e con un uditorio particolarmente qualificato (politici, amministratori, associazioni di categoria e ambientaliste, professionisti del settore, cittadini) sui temi dell’ambiente, dell’energia e dello sviluppo sostenibile, con bontà gastronomiche, musica e divertimento.

Si è svolta così, sotto la sapiente regia del segretario locale il giovane Matteo Cicconi, la Festa Democratica provinciale “Alte valli del Potenza e dello Scarsito” che si è tenuta ieri (19 luglio) a Pioraco in località impianti sportivi.

Particolarmente attuale l’iniziativa politica che ha avuto come oggetto l’adeguamento del Piano Energetico Ambientale Regionale (Pear), approvato dalla Regione Marche, prima tra le Regioni italiane, nel 2005 in concomitanza con l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto ed oggi bisognoso di un aggiornamento per essere in linea con gli obiettivi del Burden Sharing che l’Europa richiede all’Italia, al fine cioè di attuare la strategia 20.20.20 di riduzione di emissioni climalteranti, di aumento della produzione da energie rinnovabili e di risparmio energetico.

L’attualità è stata dettata anche dalle vicende giudiziarie che hanno portato al rinvio a giudizio di funzionari pubblici, consulenti e imprenditori con riferimento a illeciti e reati riguardanti le autorizzazioni rilasciate a 7 impianti a biogas nelle province di Ancona e Macerata (leggi l'articolo). Il Pd ha chiesto che la giustizia faccia il suo corso e che la politica colga questi avvenimenti come un monito per un cambio di passo in materia di politiche energetico-ambientali, settore strategico per lo sviluppo regionale che ha bisogno però di essere impostato e seguito, superando i limiti che si sono evidenziati nell’applicazione di uno strumento che ha dovuto fare i conti anche con un alto grado di sperimentalismo.

Proprio dalla consapevolezza della necessità di apportare sostanziali modifiche è nata l’iniziativa del Pd, che sta preparando la sua conferenza programmatica regionale e che ha voluto proprio iniziare questo cammino da uno dei temi più importanti, ma anche più controversi. Il grado di conflittualità, la nascita di comitati di protesta, le incertezze della normativa e l’assenza di strumenti di traduzione della programmazione ex ante hanno determinato numerose problematicità, i cui tentativi di soluzione hanno a volte mancato di risolutezza e adeguatezza (come nel caso della cosiddetta “VIA postuma”). La vicenda biogas è stata l’emblema di ciò, oltre che dell’assenza di un codificato percorso d’informazione, partecipazione e decisione, capace di coinvolgere i cittadini e le comunità locali con l’obiettivo di ridurre la cosiddetta “sindrome Nimby” (= Not in my back yard = Non nel mio giardino). Eppure le Marche sono la seconda Regione che ha investito più risorse europee per l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonti rinnovabili, facendo nascere nuove realtà industriali e nuove professionalità e raggiungendo percentuali consistenti nella produzione di energia dalle stesse (fotovoltaico, idroelettrico, eolico e biomasse).

Ora la sfida è rappresentata dagli obiettivi di sostenibilità che l’Europa ci indica per raggiungere entro il 2020 il 15,4% nella quota di energia da fonti rinnovabili sui consumi finali, il che potrà essere raggiunto ottimizzando il rapporto produzione-consumo e lavorando sui livelli di riduzione ed efficienza nell’uso dell’energia con priorità nell’energia termica rispetto a quella elettrica. Questo obiettivo è vincolante, pena il commissariamento, e senza la sua esplicita adozione da parte della Regione non sarà possibile destinare risorse europee della nuova programmazione 2014-2020 in campo energetico. Se si considera questo, così come la riduzione degli incentivi a livello nazionale e la revisione del Titolo V della Costituzione, che punta a riportare in ambito statale la competenza, oggi concorrente tra Stato e Regioni, dell’energia, non senza il rischio di ulteriori problematicità, è del tutto evidente come l’intero settore possa incappare in una accresciuta incertezza, che, sommata agli effetti della crisi e al bisogno del tessuto produttivo di recuperare magini di competitività, può tradursi in uno stallo pericoloso.

Per questo il Pd ritiene che serva una strategia chiara e di medio periodo che, a livello nazionale e regionale, investa con strumenti, regole e risorse certi nella cosiddetta “rivoluzione verde”, ossia nella riconversione ecologica dell’economia e nel nesso green economy/green society. A tal fine in ambito regionale è essenziale un rafforzamento di personale e di competenze nel servizio che si occupa delle materie energetiche e ambientali, che ha subito dall’approvazione del Pear troppe modifiche e depauperamenti. Infine, la discussione ha riguardato anche la straordinaria possibilità che le energie rinnovabili, l’impiego di nuovi materiali in edilizia, il connubio tra attività agro-silvo-pastorali e bioenergia, rappresentano per uno sviluppo qualitativo e remunerativo delle aree interne.

Al dibattito hanno partecipato la segretaria provinciale del Pd Teresa Lambertucci, Daniele Salvi e Luca Fioretti della segreteria regionale, il prof. Fabio Polonara dell’università di Ancona, il prof. Giovanni Di Cosimo dell’università di Macerata, Claudio Cioli per Confindustria Marche, Carlo D’Angelo per la Cna, esponenti di Legambiente Marche e il segretario regionale del Pd Francesco Comi che ha concluso i lavori.


   

da Daniele Salvi
Consigliere provinciale Pd





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 21-07-2014 alle 12:12 sul giornale del 22 luglio 2014 - 534 letture

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