Dall'inceneritore di Castelraimondo alla promessa della Ruggeri: tutto passa per lo statuto della Cosmari

4' di lettura 15/12/2014 - Domenica scorsa, 14 dicembre, si è tenuto presso la sala convegni del palazzo Ottoni di Matelica un importante incontro organizzato dal Comitato Salva Salute di Castelraimondo.

L’argomento che è stato trattato è quello della trasformazione del Cosmari da consorzio di Comuni in una s.r.l., cioè in una società di capitali e della concomitante conversione dell’ex-cementificio Sacci di Castelraimondo in un inceneritore. Queste importanti novità, che comporteranno inevitabilmente delle pesanti ricadute sull’ambiente e sulla qualità della salute dei cittadini del nostro territorio, sono presenti, alcune in modo volutamente ambiguo, nel nuovo statuto del Cosmari, che nelle scorse settimane è stato sottoposto alla valutazione delle amministrazioni comunali interessate.

Entrando nel dettaglio, nel corso dell’incontro, sono stati evidenziati gli aspetti salienti e quindi più pericolosi di tutta l’operazione, che è diretta conseguenza delle scelte in campo energetico e di gestione dei rifiuti da parte sia del Governo Renzi, che della Regione Marche. Il Governo centrale, infatti, con il decreto denominato “Sblocca Italia”, ha definito “strategici” e di importanza “nazionale” i termovalorizzatori, ovvero gli inceneritori dei rifiuti, prevedendo addirittura il commissariamento per quegli enti pubblici come le Regioni ed i Comuni che dovessero opporsi alla costruzione di questo tipo di impianti sui loro territori. A sua volta la Regione Marche, per il suo PRGR (Piano Regionale Gestione Rifiuti), invece di scegliere la strategia dei “rifiuti zero”, come sarebbe stato più logico e conveniente per l’ambiente e per la salute pubblica, ha scelto quella di bruciare tutti i rifiuti indifferenziati regionali, che ammontano a circa 70.000 tonnellate annue, sotto forma di CSS (Combustibile Solido Secondario).

Rimaneva quindi da individuare come e dove bruciare questi rifiuti, ora che l’inceneritore del Cosmari è stato chiuso perché si è scoperto, guarda caso, che inquinava… Si è trovata quindi la soluzione “geniale” di modificare lo statuto del Cosmari, trasformandolo da consorzio di enti pubblici in una s.r.l., cioè in una società privata, quindi anche con finalità di lucro. Ma la vera chiave di lettura di questo “progetto” è contenuta in due righe dello statuto che dicono che “… le attività connesse allo svolgimento delle attività indicate alle lettere precedenti, anche al di fuori del bacino provinciale…” e di “valorizzazione energetica dei rifiuti urbani gestiti”. Ciò significa che il Cosmari potrà in futuro ricevere rifiuti anche da fuori Provincia o Regione e che una parte dei rifiuti potrà essere “valorizzata energicamente”, cioè bruciata. E guarda caso, l’unico impianto delle Marche che si progetta di triplicare in volumetria e di trasformare in un inceneritore di rifiuti è proprio l’ex cementificio Sacci di Castelraimondo!

Inoltre, si tratta forse ancora di una strana coincidenza, se la vicina Regione Umbria, nel suo Piano di gestione dei rifiuti, preveda la produzione di CSS, ma al tempo stesso anche il divieto di bruciarlo entro i propri confini regionali? Ricordiamo che l’incenerimento di rifiuti CSS produce diossine, ploriclorobifenili, metalli pesanti, benzene, polveri sottili ecc…, che, a loro volta, sono responsabili dello sviluppo di tumori a carico del sistema ematolinfopoietico (soprattutto linfomi), del colon, dei polmoni e della mammella. Sono anche dei potenti disregolatori endocrini, capaci di sovvertite le funzioni di tiroide, pancreas, apparato riproduttivo, con conseguente insorgenza di ipotiroidismo, diabete mellito, endometriosi, disturbi della fertilità’, patologie cardiovascolari gravi (angina, infarto) e dell’insorgenza di eventi ischemici cerebrali.

L’ubicazione dell’inceneritore nella stretta valle tra Castelraimondo e San Severino, farà sì che, a causa del fenomeno meteorologico dell’inversione termica, tipico delle nostre valli interne, queste sostanze nocive non si disperderanno nell’aria, ma rimarranno intrappolate a bassa quota, come una cappa, sulla nostra sinclinale e sull’alta valle del Potenza. Per questi motivi, siamo letteralmente sconcertati per come quasi tutte le amministrazioni dei Comuni coinvolti nel Cosmari, compresa quella di Matelica, abbiano potuto avallare questo scellerato progetto di trasformazione e non si siano rese conto del micidiale rischio che la loro scelta determinerà per il nostro territorio e per la salute dei cittadini che vi risiedono.

Confidiamo, quindi, che all’ultima assemblea dei soci del Cosmari, che si terrà il prossimo 27 dicembre, venga cancellata perlomeno la riga dello statuto che prevede la valorizzazione energetica dei rifiuti, come è stato ufficialmente promesso dalla Dott.ssa Ruggeri, vice sindaco del Comune di Matelica, presente all’incontro organizzato dal Comitato Salva Salute.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 15-12-2014 alle 23:16 sul giornale del 16 dicembre 2014 - 2396 letture

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