Montale spiegato con i numeri: a San Severino l'omaggio agli 'Xenia' del poeta genovese

A rivelarlo, in un breve saggio pubblicato dall’associazione “Archivio Storico Tipografia C. Bellabarba” ci ha pensato, manco a dirlo, un matematico: il professor Stefano Leonesi (nella foto) che è partito da un’opera dell’illustre del poeta genovese, gli “Xenia”, che vennero stampati proprio a San Severino Marche nel 1966, per dire non solo che “ciascuno di noi è libero di fare propria una poesia e di interpretarla nella maniera più congeniale a sé” ma anche che “si possono prendere in prestito dei versi per esprimere anche concetti matematici”.
Di qui l’omaggio a Montale, dal titolo “Xenia, suggestioni matematiche verso l’Infinito”, presentato in occasione della mostra mercato dedicata all’editoria italiana ospitata a palazzo Servanzi Confidati con il patrocinio del Comune e promossa da “Edulingua”.
“I tentativi dell’uomo di definire, descrivere ed esprimere il trascendente, ovvero l’Infinito, si perdono nella notte dei tempi – spiega ad esempio Leonesi, che aggiunge – Essi, come pure il suo corrispettivo temporale, cioè l’eterno, sembra che siano prerogative di teologia, filosofia e letteratura. Ma se l’Infinito è, per sua stessa etimologia ed essenza, ciò che si sottrae ad ogni tentativo di classificazione e misura, perché infinito vuol dire indefinito e dunque imperfetto, come può la matematica avere un ruolo decisivo in questo intento se la regina delle scienze ha nel suo Dna proprio la mira di catalogare, stimare e misurare ogni ente che tratta?”.
Ma Leonesi va anche oltre: “Nel corso dei secoli vari altri spunti si susseguirono a insinuare in matematica l’esigenza di studiare e definire l’infinito. Alcuni di questi ci vengono ricordati dalla lettera di una poesia di Montale dove egli parla di chi “nega che la testuggine sia più veloce del fulmine” e di come “Tu sola sapevi che il moto non è diverso dalla stasi”, come scriveva sempre il poeta”.
Nel breve saggio vengono citati e studiati riferimenti ad Aristotele e Archimede, alla Bibbia, a Galileo Galilei, Georg Cantor e altri ancora.
“Questo nostro omaggio a Montale – conclude l’autore del saggio – lo abbiamo reso a modo nostro, senza pretesa alcuna, attraverso quello che ci riesce meglio, ossia cogliendo l’occasione per discutere sia di alcuni grandi pensatori e matematici della storia, sia delle loro sorprendenti scoperte”.
Nato a San Severino Marche nel 1971, Leonesi insegna Didattica della matematica e svolge attività di ricerca presso l’Università degli Studi di Camerino. E’ coautore, tra l’altro, di diversi testi universitari come “Teoria della computabilità e della complessità”, “Numeri e crittografia”, “Uni invito all’algebra”, ma anche di libri divulgativi come “Matematica, miracoli e paradossi” o “L’arte di uccidere i draghi”.

Questo è un articolo pubblicato il 10-02-2015 alle 14:56 sul giornale del 11 febbraio 2015 - 620 letture
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