Nuova Matelica: 'L'Homo erectus, la prima specie umana a controllare il fuoco'

6' di lettura 19/02/2015 - Cementificio, rifiuti, ambiente, inceneritori....c'è molto disordine e difficilmente potremmo vedere un ordine quando puristi dell'ambiente, amministratori pubblici abili e meno abili, politicanti che hanno fatto della speculazione o del servilismo un modello di vita, tuttologi, ultras, lobby affaristiche di alto livello, tutti insieme animatamente si vanno a confrontare su un tema difficile e delicato che riguarda la gestione dei rifiuti.

Vorremmo contribuire anche noi a questo animato dibattito cercando di entrare nel merito delle questioni prima di sposare emotive posizioni politiche. Vogliamo capire innanzitutto se ci sono delle soluzioni e degli esempi che ci possano aiutare a valutare scientificamente la classifica delle opportunità e delle soluzioni che meglio si possono adattare al problema ed alle peculiarità del territorio interessato.

Speriamo poi che queste ci permettano in maniera inconfutabile di contribuire al dibattito ed all'azione politica affinché si possano allontanare, smascherandoli, quegli interventi e quei gruppi che operano secondo logiche di potere economico-speculativo e per le quali strumentalizzano la politica e muovono i loro galoppini e parolai a loro beneficio.

Innanzitutto vorremmo sorvolare soltanto il tema del biogas visto che nella logica del meno peggio riteniamo banale confrontare la produzione di metano con la sostanza organica proveniente da rifiuto (già differenziato) da quella da granoturco ed affini che deve essere prima coltivato in terreni, in larga parte non marginali. Una logica ormai chiara frutto della lobby europea dei costruttori di impianti biogas, nata in Germania, avvallata dalle corporazioni italiane beneficiarie prima dei ricchissimi incentivi sul fotovoltaico e che poi, con le solite operazioni politiche all'italiana, ha ottenuto lauti incentivi al biogas, senza alcun particolare distinguo, o se vogliamo con una atavica modalità di identificazione "a maglia larga" dove si mette insieme la produzione di metano da letame, con la produzione di granoturco, con il recupero dai rifiuti etc.. Per chiudere, senza su questo fare trattati scientifici ma avendo fatto qualche ricerca, pensiamo che un modello a cui il Cosmari potrebbe ispirarsi e pare lo stia già facendo è questo www.romagnacompost.it e come sempre basta copiare, dai vicini di casa in questo caso, anche se ci piacerebbe farlo sapendo pure quali sono stati gli errori... Saranno in grado i nostri politici ed amministratori di qualsiasi livello di informarsi, consultare esperti di merito tecnico al fine di effettuare la scelta migliore per la collettività? Ed inoltre, c'è o ci sarà un bilancio previsionale che vada oltre il conto economico della nuova Cosmari srl?

La macchina pubblica non nasconde a nessuno che oltre al singolo organo, in questo caso il Cosmari, subisce costi indiretti come per le strade, costi diretti ed indiretti per il traffico, l'inquinamento, la sanità, l'incidenza del lavoro, l'accrescimento professionale degli operatori coinvolti, della penetrazione dell'informatizzazione e dell'avanzamento tecnologico generale. Abbiamo correlazione tra questi parametri che ci permettono di orientare le scelte?? Non possiamo permetterci, specialmente in questo periodo di vacche magre, di basare le decisioni senza essere nelle condizioni di valutarle con gli strumenti adeguati e senza l'oggettività dei numeri.

Nessun imprenditore sano di mente ed onesto, tanto meno un amministratore pubblico può fare scelte senza l'avvallo scientifico dei numeri. Quindi richiediamo che ogni posizione sia presa con criteri adeguati, "ampi", economici (non soltanto per il singolo apparato) e la valutazione del ranking del meno peggio che venga definita e non sia soltanto qualitativa fatta di definizioni generiche, ma che sia parte fondante delle modalità di scelta industriale, magari statutari visto che questi possono anche essere aggiornati. Richiediamo in ogni caso che il futuro Cosmari lo adoperi prima di fare scelte ad alzata di mano così da non aver bisogno di tavoli privati di negoziazione, ma anzi di provare a sperimentare un nuovo sistema di scelta gettando le basi per un nuovo modello decisionale, innovativo, dove il futuro è ancora da disegnare e dove l'innovazione tecnologia sappiamo già che garantirà ulteriori vantaggi, semplificazioni e risparmi.

Non è una proposta che rivolgiamo soltanto all'amministrazione di Matelica, ma a tutte le amministrazioni, dai movimenti civici a quelli ambientalisti, a tutte le opposizioni, sia provinciali, sia regionali.

Pensiamo inoltre che gli strumenti adeguati esistano e molte università e ricercatori abbiano da anni trovato e proposto soluzioni, ma siamo anche certi che non sono stati lo strumento dei politici che hanno prodotto il decreto Sblocca Italia, persone alla mercè delle lobby che hanno fatto della speculazione un modello economico. O mettiamo più filtri possibili a questi regali o come per la recente vicenda Biogas sarà la solita lotta tra Davide e Golia.

In merito al cementificio invece, vorremmo fare "i conti della serva" senza per questo banalizzare il no all'incenerimento, visto che è stata l'unica pratica adottata sin dall'antichità per eliminare qualcosa di inutile prima che da questa si passasse all'inquinamento selvaggio abbandonando rifiuti in ogni dove. Chiediamo che la valutazione non sia soltanto basata sulla quantità di rifiuti che la Regione deve in qualche modo smaltire, ma nel computo si deve valutare il prezzo del rifiuto sul mercato italiano, quanto le società che già inceneriscono, già affamate di rifiuto e con i bilanci in sofferenza sono disposte a pagarlo, quanto lo smaltimento nella centrale di Castelraimondo lo pagherà e se nel differenziale tra gli euro pagati da Sacci e quelli pagati da qualunque altro inceneritore si possa sostenere la sanità per i nuovi malati da inquinamento diretto, indiretto per l'inquinamento dato dai trasporti, per l'impatto sulla rete del traffico, l'aggravio dei costi di manutenzione annessi, l'avanzamento delle professionalità. E fin qui parliamo soltanto di denari.

Dovremmo inoltre valutare se soluzione alternative sempre più spinte verso il riuso e la riduzione degli sprechi possano impattare sull'occupazione rispetto ad un impianto chiaramente mal posizionato, a grande impatto ambientale ed a bassa incidenza del personale dipendente rispetto ai tentativi di modernizzazione del settore. E' fatto noto che una frazione residuale di rifiuti non può essere differenziata e re-immessa nel circuito produttivo, tutti questi rifiuti hanno un contenuto di carbonio che in qualche modo può essere trasformato. L'incenerimento ci dice che il carbonio può essere trasformato in calore e poi in energia elettrica e la cenere in cemento etc... Qualcuno si è chiesto se ci sono alternative? Esistono ad esempio processi che degradano i rifiuti carboniosi (rifiuti organici, gomma, plastica etc) senza per questo incenerirli ma trasformarli in gasolio? Senza farla ancora più lunga invitiamo tutti nuovamente "a copiare" ed informarsi.

Quanti amministratori sensibili, esperti e competenti sono andati a fare una visita alla Fiera Ecomondo di Rimini che è l'appuntamento italiano del settore? Lasciamo a tutti il gusto della ricerca dando un po di riferimenti sperando di screditare i fornitori di certezze senza se e senza ma.

Made in Italy
campus.unibo.it/100076/2/BIODIESEL.ppt
http://it.ibtimes.com/articles/40930/20130110/rinnovabili-biodiesel-greendiesel-nislabvco-vco-trasporti-mobilit-sostenibile.htm
http://www.fdesartori.com/
http://www.promeco.it/impianti_trattamento_rifiuti.html
www.defuel.it
http://www.irenemilia.it/news/comunicato.jsp?cod=911
http://millionaire.it/come-guadagnare-con-il-business-del-riciclo-le-esperienze-italiane/

Made in Germany
http://www.alphakat.de/


   

da direttivo Nuova Matelica





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 19-02-2015 alle 18:14 sul giornale del 20 febbraio 2015 - 928 letture

In questo articolo si parla di rifiuti, politica, matelica, comunali

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