Tirreno Adriatico: pedalando sul cammino di Santa Anatolia

Sant'Anatolia Castel di Tora 1' di lettura 12/03/2015 - Si svolge sotto l’egida della Santa questa tappa che toccherà ben tre località dedicate al suo nome e tutte con un comune denominatore: i monaci Benedettini dell’Abbazia di Farfa, in Sabina, che in fuga dalle violenze dei Saraceni nel sesto-settimo secolo portarono con sé i corpi e le reliquie dei santi che avevano custodito per secoli tra le mura del monastero, come un vero tesoro.

E tra quelle anche alcune reliquie di Santa Anatolia, diffondendone, così, la devozione nei paesi dove si fermavano per dar vita a nuovi cenobi, a nuove abbazie. Il nostro paese per secoli si chiamò Santa Anatolia, proprio per una reliquia, un braccio, portato da alcuni monaci che, nella loro diaspora, trovarono rifugio dalle nostre parti, dando vita ad un oratorio che presto sarebbe stato trasformato in abbazia grazie a donazioni di nobili longobardi.

Partendo dal nostro paese la corsa giungerà in Valnerina e passerà per Santa Anatolia di Narco, nelle immediate vicinanze della bellissima abbazia benedettina di Castel Sanfelice, quindi proseguirà per la Sabina, giungendo sulla vetta del Terminillo, la montagna di Rieti. In Sabina Santa Anatolia fu martirizzata presso il “vicus” di Tora il 9 luglio del 251 ed in tutta la zona il culto per la Santa è molto sentito: la chiesa più importate di Borgorose è dedicata proprio a Santa Anatolia!

(nelle foto sotto Sant'Anatolia di Tora, Esanatoglia e Camerino, clicca sulle immagini per ingrandire)


di Paolo Austeri Ottaviani
Presidente Biblioteca e Centro Culturale D. Dialti







Questo è un articolo pubblicato il 12-03-2015 alle 12:39 sul giornale del 13 marzo 2015 - 1283 letture

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