Una mostra per i 30 anni del Feronia (foto)

3' di lettura 02/04/2015 - Trent'anni di storia del teatro Feronia, luogo simbolo della cultura settempedana che fu progettato dall'architetto Ireneo Aleandri (lo stesso dello Sferisterio di Macerata), quasi cinquecento di vita per un palco che ha visto calcare la scena da parte di grandissimi nomi come Giorgio Gaber, Enzo Jannacci, Katia Ricciarelli, Valeria Moriconi, Anna Proclemer, Arnoldo Foà e, giusto per citare i protagonisti dell'ultima stagione, Saverio Marconi, Luca De Filippo, Giuliana De Sio e Anna Proclemer.

Questo condensato di ricordi è stato racchiuso nella mostra “Tutto il Feronia in un manifesto”, una piccola raccolta di documenti, manifesti, libretti di sala, cartelloni delle varie stagioni, promossa in occasione dei trent'anni dalla riapertura del “comunale” di San Severino Marche e alla quale è stata aggiunta una sezione, venuta alla luce grazie a una ricerca negli archivi della biblioteca comunale “Francesco Antolisei” sulle più importanti stagioni liriche nel primo Ottocento.

“L'attività teatrale a San Severino - spiega il direttore artistico dei Teatri Settempedani, Francesco Rapaccioni - è documentata sin dal XVI secolo in palazzi nobiliari e nel palazzo consolare della città alta di cui oggi restano solo ruderi. Nel 1747 viene inaugurato il teatro condominiale su progetto del fanese Domenico Bianconi nel luogo dove oggi si trova il Feronia. Divenuto pericolante, i condomini incaricano nel gennaio 1823 il giovane architetto settempedano Ireneo Aleandri di un progetto nello stesso spazio sulla piazza. Il nuovo teatro condominiale, intitolato alla dea Feronia che in epoca romana aveva un tempio nella città di Septempeda, fu inaugurato il 31 maggio 1828 con “Matilde di Shabran” di Gioachino Rossini, interpretata dalla celebre Giuditta Saglio, a cui seguì “Mosè in Egitto”, sempre di Rossini. La sala, affrescata su bozzetti di Filippo Bigioli, non ha subito modifiche fino a oggi e conserva ancora il bellissimo sipario storico. L'attività nell'Ottocento è stata principalmente lirica ma anche prosa e concertistica hanno avuto adeguato spazio."

"Alla fine dell'Ottocento - continua - qui vennero proiettati i primi film e il Feronia risultò tra i primi teatri illuminati dalla luce elettrica. Nel Novecento la lirica divenne rara per poi scomparire, lasciando il posto a prosa, concerti e proiezioni cinematografiche, oltre ai noti veglioni di carnevale che si moltiplicarono nel secondo dopoguerra. Divenuto pericolante, il Feronia venne chiuso nel 1960 e transennato per il pericolo di cedimenti strutturali (nel 1965 crollò il soffitto dell'attuale sala Aleandri, come documentato dalle foto esposte). Dopo la dichiarazione di “bene monumentale di interesse nazionale” da parte del Ministero della Pubblica Istruzione, il teatro venne ceduto dai condomini nel 1969 al Comune di San Severino che ha provveduto al restauro nel decennio successivo. E' così che ha visto la luce il teatro comunale Feronia di oggi, riaperto ufficialmente il 29 marzo 1985 con il concerto dell'orchestra Johann Strauss di Vienna e del soprano Katia Ricciarelli. Il 29 marzo scorso – conclude Rapaccioni per il quasi tutto esaurito che ha chiuso una stagione di sold out – è stato celebrato il trentennale della riapertura con il concerto dell'Orchestra Filarmonica Marchigiana e del violinista Stefan Milenković su musiche di Mozart”.

La mostra “Tutto il Feronia in un manifesto” è stata ospitata nel foyer del teatro.

(clicca sulle foto sotto per ingrandire)








Questo è un articolo pubblicato il 02-04-2015 alle 14:21 sul giornale del 03 aprile 2015 - 371 letture

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