Sanità, Casoni attacca la Regione: 'Rattoppi e contentini per creare minor danno politico possibile'

3' di lettura 14/12/2015 - Sale la protesta dei cittadini marchigiani per le decisioni delle autorità sanitarie regionali.

Manifestazioni di piazza a Fabriano, San Severino Marche (leggi) e Tolentino; affiorano legittimi dissensi dalla popolazione, che ritiene di essere privata di garanzie per la propria salute. Non interessa il dibattito politico, caratterizzato dallo sconsolante “destra, sinistra”, o dai vari “ma tu eri lì, tu eri là”; l’analisi deve dunque essere oggettiva.

Indipendentemente dalla tutela costituzionale riservata alla salute, le osservazioni critiche nei confronti della Regione Marche (amministrazioni vecchie e nuova) paiono del tutto opportune, poiché i provvedimenti non derivano da un piano organico di riordino degli assetti sanitari, bensì da decisioni maturate con il bilancino del minor danno politico, nell’illusione di recare sollievo ai conti pubblici; ormai sull’onda del disappunto per la chiusura di alcuni punti nascita, sembra prospettarsi uno scacchiere di rattoppi e contentini: tolgo un servizio a te per darlo all’altro.

Una fruttuosa riforma della sanità regionale dovrebbe piuttosto tener conto di due cambiamenti epocali (negli ultimi quarant’anni): il notevole aumento dell’età media e lo strabiliante progresso scientifico e tecnologico; così da spingere i responsabili della Sanità ad abbandonare la fiorente classificazione degli ultimi anni: ospedali di rete, di polo, Case della Salute, “cure intermedie” ecc. Puntare su due o tre centri di alta specializzazione per le Marche, capaci di soddisfare le richieste di interventi sanitari di alta complessità (Cardiologie con emodinamica e Cardiochirurgia; Chirurgia specialistica ecc.), sarebbe all'opposto un obiettivo sì ambizioso, ma soprattutto logico. Conseguentemente si dovrebbero individuare ospedali minori per evadere le richieste di ricovero di tante persone anziane che - una volta riequilibrate clinicamente – rientrerebbero, se possibile, nel proprio ambito familiare (si vedano gli esempi delle regioni del Nord, come il Veneto; oppure della vicina Toscana, che ha valorizzato fortemente il funzionamento dei piccoli ospedali per alleggerire il carico dei centri maggiori).

Sul fronte invece delle prestazioni sanitarie come la “chirurgia minore” ed i “punti nascita”, sarebbe conveniente individuare tra i predetti ospedali minori quelli più idonei ad un’equa distribuzione sul territorio, tenendo conto dei fattori ambientali e dei percorsi stradali. Negli ospedali minori sarebbe da implementare l’attività diagnostica anche per dodici ore al giorno, al fine di ridurre le liste d’attesa (vere zavorre del bilancio); poi, abbinata a tutto ciò, una valida medicina del territorio. È evidente che un programma di tal genere presupporrebbe inizialmente un impegno di spesa, nonché tempi congrui per un’attuazione graduale; ma nel lungo periodo vi sarebbe un risparmio strettamente correlato al raggiungimento di una buona qualità.

Discorso a parte è quello sull’emergenza (118): il cittadino della montagna ha diritto alle medesime garanzie di quello che abita sulla costa. Solo di fronte a propositi del genere l’utenza comprenderebbe ed asseconderebbe le decisioni strategiche.

Di tali soluzioni trattai con frequenza durante la consiliatura 2009/2014 dalla minoranza del Comune di Matelica, sperando di essere ascoltato in Regione; ora che agisco dalla maggioranza, pur con un ruolo non esecutivo, ma istituzionale, collaboro fattivamente per un risultato utile e di giustizia sociale. Non solo per il territorio matelicese. Ma tutto ad Ancona sembra restare come prima ed all’orizzonte non si profila un obiettivo politico/amministrativo lungimirante capace di risolvere i veri guai della sanità regionale.

Alla luce di ciò, non resta che auspicare un’azione corale dei sindaci del territorio per chiedere all’unisono, dal basso verso l’alto e con forza – senza condizionamenti, timidezze e tatticismi - soluzioni per la sanità idonee a garantire ad ogni cittadino i medesimi diritti di fruizione dei servizi sanitari. Per realizzare una sanità virtuosa occorrono coraggio, amministrazioni capaci di impuntarsi (personalmente sono pronto), meno management, meno grafici, meno pallottolieri e più cultura medico-organizzativa, aggiornata al progresso scientifico.


da Alessandro Casoni
Consigliere Comunale





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 14-12-2015 alle 11:13 sul giornale del 15 dicembre 2015 - 925 letture

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