Omicidio Sarchiè, il giudice ha deciso: ergastolo per Giuseppe e Salvatore Farina

2' di lettura 13/01/2016 - Il giudice del tribunale maceratese ha deciso: ergastolo per Giuseppe Farina ed il figlio Salvatore, ritenuti entrambi responsabili dell'omicidio del pescivendolo sambenedettese Pietro Sarchiè.

Tensione alle stelle già prima del processo, con i parenti e gli amici di Pietro, accorsi per seguire la sentenza, che hanno urlato contro i due Farina all'ingresso nel tribunale. "Facci la pernacchia" ha esclamato la figlia Jennifer a Giuseppe, alludendo al gesto di scherno fatto da quest'ultimo nell'estate del 2014 ai giornalisti. Ora però la situazione è ben diversa: assistiti dai legali Marco Massei e Mauro Riccioni i due sono stati infatti accusati di omicidio (Giuseppe, 41 anni) e concorso in omicidio (Salvatore, il figlio di 21 anni).

Il delitto, avvenuto il 18 giugno del 2014, secondo gli inquirenti è legato alla concorrenza che c'era tra Farina e Sarchiè all'interno del mercato ambulante del pesce nell'entroterra. Giuseppe, aiutato dal figlio, avrebbe teso un agguato a Pietro uccidendolo con diversi colpi di pistola. Dopo aver tentato di far sparire il corpo, rinvenuto carbonizzato in un casolare abbandonato tra San Severino e Castelraimondo il 5 luglio 2014, i Farina hanno anche cercato di far scomparire tutte le altre prove addirittura smontando pezzo per pezzo il furgone dal quale era stato prelevato il sambenedettese.

Dopo aver chiuso il cerchio e raccolte le varie prove, entrambi i Farina sono stati arrestati. A nulla è valsa la testimonianza-confessione del padre con l'annesso tentativo di scagionare il figlio. Il giudice Chiara Minerva, dopo ore di apprensione in aula e fuori, ha pronunciato infatti la tanto attesa sentenza: entrambi dovranno scontare la pena dell'ergastolo. Disposto anche un risarcimento di 280mila euro per la figlia e la moglie di Pietro e 260mila euro per il figlio.






Questo è un articolo pubblicato il 13-01-2016 alle 11:19 sul giornale del 14 gennaio 2016 - 2498 letture

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