Omicidio Sarchiè, annunciato l'appello dei Farina. La figlia Jennifer: "Non si può gioire, mio padre non c'è più"

Jennifer Sarchiè 2' di lettura 14/01/2016 - Dopo la sentenza del tribunale di Macerata che ha condannato all'ergastolo sia Giuseppe che Salvatore Farina, i legali dei due hanno annunciato di voler ricorrere in appello.

Alla difesa è infatti sembrato eccessivo l'ergastolo per il figlio 21enne Salvatore, dato anche il fatto che la stessa accusa aveva chiesto 'solo' 20 anni di reclusione. Per i prossimi sviluppi bisognerà però attendere le motivazioni della sentenza, rese note nei prossimi 90 giorni.

Dall'altra parte lacrime di gioia per la conclusione di questo iter da parte della famiglia di Pietro, il commerciante di pesce barbaramente ucciso il 18 giugno del 2014. Sicuramente c'è sollievo dopo la decisione del doppio ergastolo, ma naturalmente manca sempre qualcosa, come spiega la figlia Jennifer su Facebook, travolta da centinaia di post e commenti di solidarietà: "Anche questa notte ho dormito poco e male - scrive rivolgendosi ai suoi amici - mi sono svegliata con l'amaro in bocca e la tristezza dentro me e non perchè non sono 'contenta' per il risultato di ieri, ma perchè non si può più gioire in questa vita, mio padre non c'è più; la nostra vita è veramente stravolta e la strada da percorrere è ancora molto lunga. Vi assicuro che vedere gente intorno a me di una certa stima, sempre tirata e misurata, piangere di cuore e abbracciare me, mia madre, mio fratello, mi ha fatto un piacere enorme, mi si è stretto il cuore, ho visto monti crollare... Non è vero che 'chi fa un certo tipo di lavoro' non ha cuore, anzi lo ha più degli altri e quando lo fa, traspare dagli occhi e dall'anima."

Evidente il riferimento alle forze dell'ordine ed al procuratore Giovanni Giorgio, che più di tutti ha lavorato al caso sull'omicidio di Pietro Sarchiè ed è sempre stato vicino alla famiglia fin dai primi giorni della scomparsa. Sono stati infatti messi in campo tutti i mezzi a disposizione per concludere l'indagine il prima possibile e consentire un processo chiaro agli assassini.






Questo è un articolo pubblicato il 14-01-2016 alle 12:25 sul giornale del 15 gennaio 2016 - 780 letture

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