Lupacchini a Camerino: "Lo Stato siamo noi, no quello che ci raccontano"

2' di lettura 11/04/2016 - Doveva essere una giornata intensa e così è stato. Camerino ha infatti ospitato due importanti incontri presso il teatro Marchetti e la Sala dei Priori che hanno visto come protagonista principale il noto magistrato Otello Lupacchini.

Insieme a lui diversi gli ospiti che hanno portato i loro saluti ed i loro contibuti alla Lectio della mattina ed alla presentazione del libro dello stesso magistrato nel pomeriggio.

Il primo appuntamento, fissato per le ore 10 presso il teatro, ha avuto come tema centrale il rapporto tra arte e criminalità. Lupacchini, coadiuvato dal sindaco Pasqui, dal rettore Corradini, dal direttore della Scuola di Giurisprudenza Flamini, dalla presidente dell'associazione Il Cortile di Edy, ma soprattutto dal presidente della Fondazione Caponetto Salvatore Calleri, ha illustrato il legame e mostrato alcuni esempi storici. Il dibattito è stato seguito anche da diversi studenti delle scuole superiori.

Nel pomeriggio la giornata dedicata alla legalità è andata avanti grazie alla presentazione del libro di Lupacchini "In pessimo Stato". "Mancano delle palestre in cui i giovani possano acculturarsi - ha detto il magistrato - per questo viviamo in un pessimo Stato. Dico sempre che lo Stato non è quello che ci raccontano, ma siamo noi e noi dobbiamo invertire la rotta. Le cose sono andate sempre così perché sono stati fatti sempre gli stessi errori." Ed è su questo ciclo di eventi che si ripetono che Lupacchini si è soffermato citando fatti accaduti migliaia di anni fa molto simili ad episodi che hanno invece avuto luogo nella storia moderna. "Nel libro ci sono parecchie storie che presentano anologie tra loro - ha spiegato - da 2000 anni si ripetono le stesse cose. Il nostro è il paese delle rivolte, ma non delle rivoluzioni."

Sono intervenuti anche il sindaco Pasqui, che ha ricordato come il termine legalità sia usato troppo spesso e male, ed anche il rettore Corradini che invece ha ribadito la priorità di queste tematiche perché "la legalità nel nostro paese sta affrontando un periodo di difficoltà - ha detto il rettore - serve riconquistare il senso di appartenenza allo Stato ed alle sue istituzioni, lavorandoci con azioni concrete che passino dalla politica, dalle famiglie e dalle scuole. Quanto fatto oggi ne è un esempio. Se un giudice scrive un libro come questo - ha concluso riferendosi al volume di Lupacchini - significa che ognuno di noi deve ancora lavorare molto su questo concetto di legalità."

Da sottolineare che alla giornata non hanno partecipato per degli impegni improrogabili il senatore e membro della Commissione Antimafia Franco Mirabelli ed il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio.








Questo è un articolo pubblicato il 11-04-2016 alle 19:03 sul giornale del 12 aprile 2016 - 439 letture

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