Matelica, Verdicchio, Lucio Dalla e il nuovo album: Ron si racconta in un'intervista a poche ore dal concerto

Ron 4' di lettura 22/04/2016 - Coraggio di mettersi in gioco, umiltà di chi è grande davvero, sensibilità e capacità di emozionarsi ancora, anche dopo 46 anni di straordinaria, inimitabile carriera.

Ron ha tutto questo ed ha quel desiderio di riconoscenza verso la gente, verso chi gli ha tributato applausi e consenso che per tanti protagonisti dello spettacolo è un sentimento quasi sconosciuto.

Parte venerdì sera, alle 21,15, dal teatro Piermarini di Matelica il tour di Ron che si intitola “La forza di dire sì”, come l’album di 27 brani incisi con 24 grandi artisti che hanno deciso di essere al suo fianco per sostenere la ricerca contro la SLA, la Sclerosi Laterale Amiotrofica.

Da dove nasce “La forza di dire sì”? “Ho conosciuto da vicino quanto sia devastante la SLA perché ne è stato colpito Mario Melazzini, un mio amico medico. Ed allora mi sono avvicinato a lui, a tanti malati che hanno bisogno di una speranza; sono nel consiglio direttivo dell’AISLA, l’associazione che dà voce alle 6000 persone con SLA in Italia. Dieci anni fa decisi di fare un disco con alcuni miei amici colleghi molto noti come Baglioni, Dalla, Carmen Consoli, Zero, Carboni, Elisa, Bersani, Jovanotti, Bertè, Lavezzi allo scopo di raccogliere fondi per la ricerca. Al Festival di Sanremo, Panariello mi fece parlare diffusamente di questa grave patologia. A dieci anni di distanza ho voluto ripetere l’esperimento ed il risultato è stato davvero sorprendente: ho telefonato personalmente a 24 artisti straordinari che con grande cuore e disponibilità hanno voluto essere al mio fianco”.

Quali artisti ti accompagnano nei duetti? “Personaggi di grande spessore: Mengoni, Fragola, Jovanotti, De Gregori, Pezzali, Barbarossa, Nek, Arisa, Sangiorgi, Silvestri, Renga, Malika Ayane, Elio e le Storie Tese, Bertè, Ferreri, Antonacci, Fabi, Biondi, Syria, D’Alessio, Marcorè. Il doppio cd è prodotto da Mattia Del Forno del gruppo La Scelta e Maurizio Mariani, dello stesso gruppo, lo ha arrangiato con me. Tutti cantano un mio pezzo: sono un uomo felice perché ho messo in piedi un progetto importante dove si è andati oltre l’invidia, la gelosia che talvolta abitano il mondo dello spettacolo per stringersi in una sinergia vera. Nel cd c’è Chissà se lo sai cantata con Dalla nel 2000 e Non abbiam bisogno di parole in cui duetto con Pino Daniele nel 2002. E ci sono due inediti, Aquilone e Ascoltami”.

Non possiamo non parlare di Lucio Dalla. Potresti raccontare mille aneddoti e ricordi ma cosa ti resta davvero del grande artista bolognese? “Lucio era lui stesso un…aneddoto! Mi resta dentro la sua leggerezza, il modo unico con cui affrontava il lavoro e la vita. Non l’ho mai visto arrabbiato, infastidito o disturbato nei confronti di nessuno. Era un airone che volava sopra la vita. Poi nello studio di registrazione era molto meticoloso e preciso, attento a tutto, ma sempre con animo leggero. Abbiamo avuto un’interazione molto forte, momenti di crescita continua, grande fiducia uno dell’altro, era sempre sincero con me. Mi chiamava nel cuore della notte, lui era a Bologna e io a Garlasco, e mi faceva ascoltare una canzone che aveva appena finito di scrivere: condividevamo un profondo rispetto ed un’autentica empatia. Lucio merita di essere ricordato per ciò che era: un grandissimo e per questo chi ora ne cura l’eredità culturale ed artistica deve farlo con estrema attenzione; hanno tra le mani un tesoro enorme – e non penso ai soldi – e dovrebbero circondarsi e chiedere consiglio alle persone che conoscono bene Dalla e hanno condiviso tanto con lui, soprattutto le sue idee, i suoi sentimenti, le sue passioni”.

Perché partire da Matelica e dalle Marche? “Le Marche hanno luoghi tra i più belli in Italia pur essendo ancora relativamente poco conosciute. Il mio grande amico Pepi Morgia decantava questa regione e produsse cento spettacoli nelle Marche, addirittura un concerto con 50 arpe. Qui ho la sensazione di tornare nella mia terra natia, la Puglia. Sono da quattro giorni a Matelica dove non ero mai stato prima: è una cittadina deliziosa, la gente è bella, molto disponibile, è un paese speciale, si mangia divinamente e poi il Verdicchio è sopraffino, direi inimitabile”.






Questa è un'intervista pubblicata il 22-04-2016 alle 16:52 sul giornale del 23 aprile 2016 - 841 letture

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