Il dialetto lingua madre: all'Italia incontro con lo scrittore settempedano Cacciatori

Rossano Cacciatori 2' di lettura 19/05/2016 - “Dialoghi presso l’arco di accesso alla casa di Ugo” è il titolo della raccolta di dialoghi dello scrittore settempedano Rossano Cacciatori (nella foto) che “i Teatri di Sanseverino” presenteranno domenica prossima (22 maggio), alle ore 21 e con ingresso gratuito all’Italia nell’ambito della rassegna “Il dialetto, lingua madre”.

L’incontro, nato in collaborazione con associazione Mo.Re.Ve., vedrà la partecipazione straordinaria di Silvana Piantoni e Cesare Bordo.

Rossano Cacciatori è nato a San Severino Marche il 26 maggio 1954. Figlio unico, ha perso il padre, Natale Cacciatori, nel 1961. Nonostante gli insegnanti delle scuole medie gli avessero consigliato di intraprendere studi classici, la sua avversione per il latino ha finito per indurlo ad iscriversi all’Istituto tecnico commerciale per ragionieri. Nel 1972 Rossano si trasferisce poi a Torino e si iscrive all’Università di filosofia con ottimo profitto negli studi. La necessità di guadagnare lo porta a riprendere il diploma di ragioniere e ad impiegarsi presso uno studio commerciale associato, dal quale si allontanerà dopo qualche anno per mettersi in proprio. Solo dopo molti anni decide di discutere la tesi di laurea in Filosofia, ma la sua professione rimane sempre quella di commercialista. Grande lettore di romanzi, dal 1995 incomincia a scrivere in versi, sia in lingua che in dialetto settempedano. Dopo aver fondato nel 2001 l’associazione Mo.Re.Ve., insieme all’antico amico Agostino Ciambotti, nel 2003 ha pubblicato il suo primo libro di poesie dal titolo: “Storia della filosofia cesolana in versi”. Nel 2007 segue: “Storia della filosofia cesolana in versi, volume secondo”. È dello stesso anno la pubblicazione de “La perseveranza”, lavoro in prosa che raccoglie una vasta aneddotica. Nel 2010 esce “Rimacce”, un insieme di poesie in lingua e di un poema epico in ottave “Villa Barletta”.

“Dialoghi presso l’arco di accesso alla casa di Ugo” esce dopo una travagliata gestazione. Infatti già dal 2007 l’associazione Mo.Re.Ve. legge in pubblico i primi dialoghi composti, quasi sempre proposti da Silvana Piantoni nel ruolo di Giovanna, la cantiniera di Cesolo, nonna di Rossano (Anna Mosca) e da Cesare Bordo nel ruolo di Antonio (Antonino “Nino” Cristalli) commerciante di frutta e verdura al minuto definito dal Cacciatori “il più grande filosofo della cesolanità. Il libro si compone di trenta dialoghi che, in ordine cronologico sequenziale, si svolgono dal marzo 1959 (vigilia di Pasqua) all’agosto 1961 (morte del padre di Rossano).






Questo è un articolo pubblicato il 19-05-2016 alle 14:40 sul giornale del 20 maggio 2016 - 611 letture

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