Proposta di legge sulla zona franca, Tapanelli: "A Camerino pensano di vivere ancora nel Ducato"

pietro tapanelli 2' di lettura 08/02/2017 - Apprendo dalle cronache locali, pur essendo un consigliere comunale di Camerino, che la mia città ha presentato una proposta di legge per l’istituzione di una zona franca, addirittura “chiavi in mano”. Mani di chi? Non si sa.

È curioso, ma vedo, sempre dalle cronache locali, che la zona franca dovrebbe interessare tutti comuni del cratere. Tuttavia alla conferenza stampa di presentazione, a Camerino, tra il nutrito gruppo di ben due politici, c’erano il Sindaco di Camerino e l’ex Sindaco di Camerino. Probabilmente o a Camerino alcuni pensano ancora di vivere ai tempi del Ducato, già Signoria dei Da Varano, oppure confidano in qualche rito vudù con il quale, mettendo insieme tante volte la parola Camerino, magicamente, il territorio dovrebbe risorgere automaticamente dalle proprie ceneri.

Tertium non datur? Invece sì. La terza via potrebbe essere che a Camerino (lo scrivo per la quinta volta, sperando di contribuire alla pratica esoterica citata) i telefoni non funzionino a dovere e i politici locali non riescano a mettersi in contatto con i colleghi terremotati. Visti i cali di corrente delle settimane scorse, l’ipotesi non è da scartare.

Ma non è finita qui. Le frizzanti cronache locali, tanto per mettere ulteriore carne al fuoco, mi informano che anche Ussita ha partorito una zona franca, la quale, a questo punto, sembra avere anche padri senatori, illustri, nobilissimi e perfetti, da fare invidia a Principi Reali. Questa pure sarà chiavi in mano? Sì, ma le chiavi sono dell’Università di Macerata, che c’ha messo pure il cappello (leggi). Ma come, Ussita, che faceva parte della Comunità Montana di Camerino (giuro, non lo faccio di proposito, ma si chiamava così), si rivolge all’Università di Macerata, che il terremoto lo ha sentito principalmente quando ha messo in filodiffusione la canzone dei Vincisgrassi “Lu tremotu”? Probabilmente anche ad Ussita i telefoni non funzionano a dovere. Capita.

Oppure il motivo potrebbe essere dettato dal fatto che Ussita non fa parte dell’Unione, dei pochi comuni, montani, della Marca di Camerino, dove ci sono più parole nel nome che comuni aderenti. Forse è per questo.

Qualche amico, su Facebook, ha suggerito zone franche a gogo, con contestuale previsione di dazi doganali infra-comunali. Bene. Sono d’accordo. Zona franca a Camerino. Dazi doganali per tutti i comuni confinanti. Muro trumpiano con addebito a carico del Comune di Castelraimondo che, mi dispiace sottolinearlo, è la stazione dei treni di Camerino. Purtroppo se non fosse vero, stenterei a crederci.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 08-02-2017 alle 10:45 sul giornale del 09 febbraio 2017 - 2553 letture

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