Altri crolli a Santa Maria in Via, il parroco: "La chiesa sta cadendo pezzo dopo pezzo, è scandaloso" (foto)

4' di lettura 11/02/2017 - Il recente crollo di un'ulteriore parte della volta della chiesa di Santa Maria in Via, già gravemente lesionata dopo le forti scosse di ottobre, sta alimentando la polemica sui ritardi degli interventi da fare e delle decisioni da prendere.

Inoltre la storica chiesa di epoca barocca sorge su una delle due vie di accesso principali del centro storico, necessaria per la ricostruzione del cuore della città. “Le ultime novità riguardo agli interventi da fare – dice il parroco don Mariano Blanchi – sono preoccupanti, in quanto la chiesa ha avuto dei problemi grandissimi già dalla scossa del 24 agosto e noi abbiamo insistito perché fosse messa in sicurezza, ma non ci hanno ascoltato. Tutti fermi. Adesso, il sindaco dice che gli è arrivata nelle ultime ore una comunicazione dalla Soprintendenza, in cui senza precisare né termini né progetti, la stessa Soprintendenza si prende l’incarico per predisporre i lavori di ripristino. Sono passati sei mesi e la chiesa sta crollando. Pezzo dopo pezzo. E solo adesso stanno pensando a come fare per metterla in sicurezza. E’ una cosa scandalosa”.

Negli ultimi giorni ci sono stati altri crolli, prima alcune pietre del muro laterale su via Pieragostini e poi quello ancor più grave di un altro pezzo del tetto della volta ed è quello che preoccupa maggiormente, ma non solo. “Tra l’altro – prosegue Don Mariano – non siamo riusciti a portar fuori nemmeno i beni artistici, come le tele, perché bisognava almeno mettere in sicurezza il portale. Adesso ci siamo preoccupati noi di questo, ma ormai è difficilissimo e pericolosissimo anche entrare dentro, perché ci sono delle travi del tetto pendenti e non so proprio cosa si deve fare. La volta ha cominciato a squarciarsi già verso novembre e pian piano è andata cedendo. Ultimamente con il peso della neve e le infiltrazioni dell’acqua è venuto giù praticamente un terzo del tetto e tutta la cupola (con la sua bella decorazione) che fino a una settimana fa era ancora circa tre quarti del totale, adesso non ce n’è rimasto nemmeno un terzo. Noi abbiamo chiesto che fosse stato messo almeno un telone, una copertura, ma niente. Nessuno ci ha dato retta”.

A questo punto il futuro sugli interventi e sul destino finale della chiesa è sempre più preoccupante, anche per via dei tempi con cui vengono prese le decisioni sul da farsi. Le aspettative non sono certo belle. “Non so cosa ci aspetta -aggiunge don Mariano – vediamo se adesso la Soprintendenza pensa di mettere in sicurezza la chiesa, ma passeranno altri mesi. Non è che si fa un progetto in pochi giorni o una settimana”.

Intanto le macerie del campanile crollato con le scosse del 26 ottobre sono ancora lì, ammucchiate vicino allo stesso edificio che è stato squarciato dal crollo della parte finale della torre campanaria. Inoltre in quell'area di zona rossa c’è l’altro accesso al centro storico. “Le macerie poi sono ancora tutte lì – continua don Mariano – non è stata tolta nemmeno una pietra. I resti della chiesa sono ancora tutti lì. Questa è la situazione e noi non sappiamo che cosa fare. Vista l’inerzia e l’assenza di qualsiasi iniziativa da parte di chi di dovere, avevamo noi predisposto addirittura un progetto per la messa in sicurezza, che era pronto. Ci hanno stoppato. Questo significa perdere altri mesi”.

Sale pertanto il grido di allarme per la chiesa che custodisce opere e reliquie importanti ed è un luogo di culto molto amato dai cittadini in generale, oltre che dai propri parrocchiani, devotissimi alla Madonna. “L’appello è che si sbrighino – conclude don Mariano – perché la facciata della chiesa, che ancora si regge per miracolo, rischia di crollare entro poco tempo. Questa è la mia previsione. Non sono un tecnico, ma guardando la facciata penso che entro breve tempo verrà già anch'essa, oltre al resto delle decorazioni rimaste. Dentro ci sono ancora l’organo del Martinelli, le tele, la nuvola con cui si trasportava l’icona della Madonna, insomma ancora tanti beni artistici sono all’interno della chiesa e tutto è fermo”.

(sotto alcune foto della chiesa dopo gli ultimi crolli, clicca sulle immagini per ingrandire)








Questo è un articolo pubblicato il 11-02-2017 alle 15:58 sul giornale del 13 febbraio 2017 - 5070 letture

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