La Protezione Civile fa il punto su verifiche di agibilità e salvaguardia del patrimonio: i numeri del post sisma

Recupero opere dopo terremoto - Camerino 6' di lettura 10/03/2017 - Prosegue l'attività delle squadre di tecnici ed esperti abilitati per le verifiche di agibilità, sia con procedura AeDes (Agibilità e Danno in emergenza sismica), avviata fin dai primi giorni successivi alla scossa del 24 agosto, sia con procedura FAST (Fabbricati per l’Agibilità Sintetica post-Terremoto), attivata dopo gli eventi sismici del 26 e del 30 ottobre.

A mercoledì, sono complessivamente 132.859 i sopralluoghi di agibilità effettuati nelle Regioni Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo grazie all'impegno di oltre 6mila tecnici: si tratta di professionisti appartenenti ai Consigli nazionali degli Ingegneri, Architetti, Geometri e Geologi impiegati a titolo volontario, nonché di tecnici dei centri di competenza del Dipartimento, delle Regioni, delle Forze Armate e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Complessivamente, dall'inizio dell’emergenza, sono state acquisite e digitalizzate 52.046 schede AeDes, tra edifici pubblici e privati: di queste, 2.253 hanno riguardato edifici scolastici (66% agibili, 6% inagibili, le restanti caratterizzate da esiti di parziale o temporanea inagibilità); 2.012 hanno riguardato altri edifici pubblici (46% agibili, 21% inagibili, le restanti caratterizzate da esiti di parziale o temporanea inagibilità).

Su quasi 48mila edifici privati, il 44% è risultato agibile, a cui si aggiunge un 6% di edifici che non risultano danneggiati ma sono inagibili per rischio esterno, mentre il 29% è stato dichiarato inagibile e i restanti hanno avuto esiti di parziale o temporanea inagibilità. Le squadre attivate con procedura FAST a partire dai primi di novembre, in seguito alle forti scosse di fine ottobre, hanno condotto ad oggi 80.813 sopralluoghi sui soli edifici privati. Di queste ultime verifiche, 63.850 hanno consentito l'attribuzione dell'esito: di agibilità per il 57% degli esiti attribuiti, a cui si aggiunge un 3% di edifici che, pur non essendo danneggiati, risultano non utilizzabili per solo rischio esterno, mentre il 40% ha dato esito di non utilizzabilità per temporanea, parziale o totale inagibilità. Sono invece 16.963 gli edifici per i quali le squadre non hanno avuto la possibilità di accedere agli immobili o sono comunque necessari ulteriori sopralluoghi.

Il numero di edifici interessati e le percentuali degli esiti di valutazione del danno, però, variano significativamente nelle quattro regioni interessate.

In particolare, nella Regione Marche, su 37.372 verifiche FAST su edifici privati, sono 31.046 le verifiche per le quali è stato attribuito l'esito: risultano 14.114 edifici agibili (45,5% degli esiti), 1.001 che, pur non essendo danneggiati, risultano “non utilizzabili” per solo rischio esterno e 15.931 “non utilizzabili" perché danneggiati.

Nella Regione Umbria su 23.127 verifiche effettuate sono 16.904 gli esiti attribuiti: risultano 11.819 edifici agibili (il 70% degli esiti) e 499 “non utilizzabili” per solo rischio esterno, mentre sono 4.586 gli esiti di “non utilizzabilità” per danneggiamento.

Nella Regione Abruzzo su 17.239 verifiche effettuate sono 13.687 gli esiti attribuiti: sono risultati 8.637 edifici agibili (il 63% degli esiti), 520 “non utilizzabili” per solo rischio esterno e 4.530 “non utilizzabili” perché danneggiati.

Nel Lazio, su 3.075 verifiche effettuate, sono 2.213 gli esiti attribuiti: risultano 1.798 gli edifici agibili (81,2% degli esiti), 50 “non utilizzabili” per solo rischio esterno e 365 “non utilizzabili” perché danneggiati.

Il protrarsi della sequenza sismica - che dal 24 agosto ha fatto registrare quasi 59mila scosse, di cui nove di magnitudo pari o superiore a 5 - ha più volte incrementato il numero delle richieste di sopralluogo e per questa ragione la stima dei sopralluoghi ancora da effettuare è in aggiornamento: ad oggi il numero delle istanze cumulate dall’inizio della sequenza è pari a 195.901. Per venire incontro alle richieste delle amministrazioni comunali, una recente circolare ha prorogato alla data del 13 marzo il termine per la presentazione delle istanze di sopralluogo di agibilità accompagnate da perizia asseverata.

BENI CULTURALI - Nelle zone del centro Italia colpite dal sisma, proseguono le attività di salvaguardia del patrimonio artistico e culturale iniziate nei giorni successivi al terremoto del 24 agosto e intensificatesi dopo i nuovi eventi sismici. La verifica delle condizioni del patrimonio culturale e l’organizzazione delle complesse attività di rilievo del danno, di messa in sicurezza e di recupero di beni mobili danneggiati si svolgono sotto il coordinamento del Dipartimento della Protezione Civile e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e Artistiche e del Turismo (Mibact) e sono effettuate da squadre di tecnici composte da esperti Mibact, Vigili del Fuoco, personale del Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale e volontari specializzati nelle attività di recupero dei beni culturali.

Sulla base delle segnalazioni ricevute dal territorio, dall’inizio dell’emergenza sono stati svolti circa 4.500 sopralluoghi per verificare danni e per valutare, su chiese e edifici di particolare interesse storico e artistico, gli interventi di messa in sicurezza necessari, quali puntellamenti, protezione e/o recupero dei beni mobili. Per quanto riguarda in particolare le valutazioni di agibilità delle chiese, nelle quattro regioni interessate dalla sequenza sismica sono stati effettuati 3.785 sopralluoghi dall’inizio dell’emergenza. A seguito delle ultime scosse sismiche di gennaio, ad oggi risultano agibili il 21% delle chiese e inagibili il 53%, mentre il 20%, sono agibili con provvedimenti di intervento. Infine, il restante 6% riguarda edifici di culto parzialmente agibili, inagibili per cause esterne, inagibili temporaneamente. Sono oltre 13.000 i beni culturali mobili (tele, statue, arredi sacri, campane, quadri, pale d’altare) recuperati da 329 siti (chiese, palazzi storici, musei) a cui si aggiungono 5.000 beni librari e 2600 metri lineari di archivi storici di materiale d’archivio.

Ad oggi, circa 450 interventi di messa in sicurezza di beni vincolati da parte di Vigili del Fuoco, Mibact, Diocesi e Comuni sono stati portati a termine o sono ancora in corso. Le attività riguardano in particolare chiese, campanili, torri, santuari, alcuni dei quali rientrano tra i beni prioritari, le cui opere di messa in sicurezza sono seguite direttamente dal Mibact e dai Vigili del Fuoco.

Prosegue inoltre anche l’attività di selezione delle macerie rimosse, che vengono classificate in tre tipologie: beni tutelati (di tipo A), edilizia storica (di tipo B), edifici privi di interesse culturale (di tipo C). Presso i siti di deposito temporaneo delle macerie, appositamente individuati dalle Regioni, esperti del Mibact supervisionano le operazioni di rimozione e stoccaggio, selezionando gli elementi di pregio storico-artistico, con il supporto del volontariato di protezione civile.


   

da Protezione Civile




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 10-03-2017 alle 11:19 sul giornale del 11 marzo 2017 - 881 letture

In questo articolo si parla di attualità, terremoto, protezione civile

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