Sisma, Farabollini: "Il contributo viene chiamato finanziamento. Incompetenza o doppio gioco?"

Terremoto Castelraimondo 5' di lettura 23/04/2017 - La nostra classe dirigente politica, se si impegnasse a cercare di risolvere i problemi con lo stesso ingegno con cui si impegna a emanare decreti ed ordinanze confusi ed assurdi, privi di certezze, contradditori, impossibili da proceduralizzare, l’emergenza sarebbe finita e la ricostruzione sarebbe probabilmente partita.

A distanza di ben 8 mesi invece siamo difronte ad un tragedia senza confini. Prendendo spunto da quanto affermato dall’onorevole Ceroni in un articolo, su circa 1400 stalle da realizzare ne sono state realizzate 33 (e a quanto sembra estremamente leggere per resistere agli eventi atmosferici dei nostri territori oltre che inadatte per il ricovero degli animali in quanto non traspirano), su circa 3.000 casette di legno da costruire ne sono state costruite 63; gli appartamenti invenduti che la ragione doveva acquistare per mettere a disposizione degli sfollati, se va bene, saranno qualche decina, le verifiche sono ancora lontane dall’essere terminate, dell’indennizzo di 5.000 euro si è perso traccia tra i meandri della burocrazia regionale e a quanto sembra l’emergenza finirà il 19 agosto. E quindi come si fa a non chiedersi che cosa c’è dietro a tale caos, qual è il vero motivo per cui le cose non vanno avanti.

Siamo difronte all’assoluta incompetenza o al doppio gioco della politica? …siamo difronte ad incapacità o alla mancanza di reale potere gestionale e finanziario? …siamo difronte ad una manipolazione della povera gente o a capri espiatori. E’ difficile dirlo.

Errani, Renzi prima e Gentiloni poi, Ceriscioli non fanno altro che ripeterci che molto è stato fatto e che i soldi ci sono. Poi però andiamo a vedere le risorse messe a disposizione e ci accorgiamo che sono assolutamente inadeguate. Ci dicono che hanno messo a disposizione 5-6-7-8 miliardi (in verità in 30 anni) ma non ci dicono quant’è il danno stimato; non hanno stimato il danno? …ma allora con quali criteri stanziano i soldi, non è dato sapere... incompetenza o doppio gioco?

Sarà per deformazione professionale, ma la mente mi corre al meccanismo con cui mettono a disposizione tali risorse e sinceramente, a mio parere, non è rassicurante. Il contributo a fondo perduto con cui lo stato dovrebbe pagare i danni dei contribuenti che hanno perso non solo la propria attività, ma anche la prima e persino la seconda casa, non lo chiamano contributo, ma finanziamento, si avete letto bene, proprio finanziamento, ma sono due cose ben diverse, mi hanno sempre insegnato che il contributo non si restituisce, il finanziamento si.

Quisquiglie dicono i sornioni, come lo chiami lo chiami, paga lo stato, quindi fai i lavori e non preoccuparti. Sarà così penso, ma poi leggendo mi accorgo che il contratto di finanziamento lo sottoscrive il beneficiario con la banca. Anche questa sarà una quisquiglia, ma la domanda sorge spontanea: e se poi lo stato sospende il contributo, chi paga la banca? E allora incomincio a pensare che proprio quisquiglie non sono; il beneficiario si ritrova, da una parte, con un finanziamento da pagare sottoscritto con una banca e dall’altra con lo stato che non gli eroga più il contributo. Provate ad indovinare chi dovrà sobbarcarsi il finanziamento. C’è la possibilità di fare ricorso in qualche tribunale? Non penso proprio, un finanziamento è un finanziamento e va restituito, sempre è stato così e sempre sarà così. Chi è che ha sottoscritto il finanziamento con la banca? il beneficiario e quindi chi lo deve restituire? Il beneficiario, non vi è altro da dire, stop… tutto è chiaro.

Poi la mente mi corre sulla modalità con cui lo stato eroga il contributo e mi accorgo che le modalità con cui lo stato eroga il contributo al beneficiario, che poi lo deve cedere alla banca finanziatrice per pagare le rate del finanziamento, è un credito d’imposta… si un credito d’imposta non euro o moneta a corso legale, ma un credito che viene ceduto alla banca. E qui mi sorge un altro dubbio, ma se è vero come ci dicono che i soldi ci sono, perché bisogna ricorrere a tale complesso meccanismo, ed ancor più ad un mezzo non normale di pagamento? per quel che ho letto non è dato sapere, i più faciloni dicono che il motivo è semplice e sciocco… è per non far risultare l’aumento del debito pubblico, così l’Europa non se ne accorge. Ma scusate, non avevamo detto che i soldi ci sono? Ma poi un debito di miliardi è un debito di miliardi, non si può nascondere. E se poi l’Europa se ne accorge che succede? Non sarà che impone allo stato di sospendere il contributo al beneficiario e siamo punto e a capo tutto ritorna sulle spalle del beneficiario. E se poi il beneficiario, magari proprio per il terremoto, ha perso il lavoro e non ha i soldi per restituire il finanziamento? Una tragedia. Ma no non può essere così, dicono i più fiduciosi, si ma non è la prima volta che succede e se poi succede? Andiamo a Roma con i forconi? Si, ma se poi a Roma l’inquilino è cambiato? Con chi ce la prendiamo? Quante volte i successori ci hanno detto che non è colpa loro, loro non c’erano, è stata un’operazione assurda diranno, non era la strada da perseguire, si mostreranno solidali, come altre volte è successo in passato, ma non ci potranno fare nulla. Poi ci diranno ce lo chiede l’Europa, non ci sono risorse, abbiamo sforato il deficit pubblico e quindi? Dobbiamo sospendere il contributo. E il beneficiario rimarrà con il cetriolo in … mano?

Per non parlare poi del “contratto tipo” di finanziamento tra la banca ed il beneficiario, così come convenuto tra l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e la Cassa Depositi e Prestiti (CdP), quest’ultima quale garante di tutte le operazioni di finanziamento, ma questa è un’altra storia, anzi direi una storiaccia, a proposito, la Cassa Depositi e Prestiti non è pubblica… alla prossima.


   

da Dario Farabollini
Consigliere di minoranza "Castelraimondo che sarà"





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 23-04-2017 alle 11:54 sul giornale del 24 aprile 2017 - 3313 letture

In questo articolo si parla di politica, castelraimondo

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