Sisma: nelle Marche persi 1500 posti di lavoro e quasi 500 imprese

1' di lettura 26/06/2018 - Serrande abbassate e calo degli investimenti: sono questi i segnali preoccupanti dell'economia delle Marche ferite dal sisma secondo un'indagine della Cna.

Sono tante infatti le imprese che nei comuni marchigiani del cratere hanno interrotto le loro attività causa terremoto e non hanno più riaperto: edicole (-9,3%), panetterie (-7.1), macellerie (-6,8), mercerie e negozi di biancheria (-6,4) fiorai (-5,9), distributori di benzina (-5,6), ambulanti (-4,3).

Sono 135 le attività di servizi alla persona che hanno gettato la spugna tra la fine del 2016 e il mese di marzo del 2018. A queste vanno aggiunti altri 120 commercianti (bar, fruttivendoli, pescherie, alimentari ecc) e 242 aziende agricole scomparse in quindici mesi.

In tutto sono 497 le imprese e almeno 1.500 i posti di lavoro scomparsi nelle Marche dopo il terremoto del 2016.

Per quanto riguarda gli investimenti nelle aree del sisma marchigiane, le imprese manifatturiere e dei servizi attive nei comuni terremotati, hanno registrato in 12 mesi un crollo degli investimenti del 22,5% ed un calo della spesa per i consumi del 9,3%. "Insomma gli imprenditori, perdurando lo stato di incertezza, non investono e non spendono - fanno sapere dalla Cna Marche - Aspettano che passi l’emergenza e decolli la fase della ricostruzione".






Questo è un articolo pubblicato il 26-06-2018 alle 12:08 sul giornale del 27 giugno 2018 - 660 letture

In questo articolo si parla di economia, terremoto, imprese, Riccardo Antonelli, articolo

Licenza Creative Commons L'indirizzo breve è https://vivere.me/aVZW





logoEV
logoEV