Da Camerino al Milan, Micarelli approda in rossonero: "E' la realizzazione di un sogno". L'intervista

5' di lettura 18/07/2019 - Nello staff tecnico del nuovo Milan guidato di Marco Giampaolo ed accanto a altre figure importanti come il preparatore atletico Stefano Rapetti (a fianco di Josè Mourino all'Inter nel periodo del triplete per poi seguirlo anche al Manchester United) c'è anche il camerte Fabio Micarelli.

Per quest'ultimo è la realizzazione di un sogno, considerato che fin da piccolino tifava Milan. Il calcio è stato sempre la sua passione, prima come calciatore e poi come allenatore. I primi passi li ha mossi in entrambi i casi nel Camerino, fino ad allenare le giovanili, poi la scelta di fare della sua passione una professione, che è iniziata a livelli professionistici prima con Ivo Iaconi (tre anni splendidi al Pescara coincisi con la promozione in B), quindi con Marco Giampaolo. Con quest'ultimo ha mosso i primi passi con l'Ascoli, poi lo ha seguito come vice al Cagliari, al Catania, al Siena, al Brescia, quindi dopo la parentesi personali come primo allenatore in Lettonia allo Spartaks Jurmala nella stagione 2013-2014, lo ha nuovamente raggiunto, stavolta come assistente tecnico alla Sampdoria per poi seguirlo ora al Milan.

Dei tanti personaggi del mondo del calcio locale, fra tecnici, dirigenti e giocatori, Fabio Micarelli è colui che ha raggiunto il professionismo a massimi livelli e che sta dando continuità a questo suo ruolo, fondamentale per il supporto al primo allenatore. Forse non immaginava nemmeno di arrivare al Milan, al suo Milan, ma evidentemente il destino, il lavoro ed il sacrificio, gli hanno regalato anche questa soddisfazione.

A Giampaolo il compito di rilanciare il nuovo Milan, con Micarelli che accanto a lui può firmare la ricostruzione dei rossoneri. La squadra dopo aver effettuato la prima parte della preparazione a Milanello, sta per partire in vista della ICC negli Stati Uniti dove debutterà mercoledì prossimo contro il Bayern Monaco. Per Fabio Micarelli, che già conosce bene anche il calcio internazionale e alcune squadre per aver effettuato stage al Barcellona e al Chelsea, ora è arrivato il momento di vivere la sfida con le grandi del calcio Europeo e mondiale.

L'arrivo al Milan, la tua squadra del cuore fin da bambino, è la realizzazione di un sogno.
"È la realizzazione di un sogno purché non si perda di vista il percorso professionale che è stato fatto, la fatica che questo è costato ed il fatto che nello sport non ci sono punti di arrivo" - spiega Micarelli.

Come hai vissuto l'attesa di approdare al Milan al servizio di una big fino dalle prime voci di mercato che volevano il tuo mister Giampaolo in rossonero?
"Percepivo da vari segnali che poteva aprirsi questa possibilità; il primo pensiero è stato per Marco Giampaolo e per il riconoscimento del suo lavoro da parte di un grande club come il Milan; per quanto mi riguarda sono felice di far parte anche quest’anno del suo staff e di poter continuare a lavorare con gente alla quale mi lega un grande affetto".

Che emozione ti ha fatto entrare per la prima volta nella storia del Milan e che accoglienza avete ricevuto?
"Milanello è un posto dove sono molto importanti i rapporti umani, c’è un clima direi familiare che mette chiunque a proprio agio. Da un punto di vista delle strutture c’è tutto il necessario per lavorare bene. Emotivamente te la riassumo in questo modo: da qualsiasi parte ti giri c’è la foto di qualcuno che solleva una Coppa."

Dopo tanta serie A ed esperienze all'estero a livello tecnico, anche se di spessore minore come in Lettonia con lo Spartaks Jurmala, ora al Milan si aprono prospettive più ambizione contro le squadre più forti del mondo a partire dalla prossima ICC negli Usa. Cosa ti aspetti e come ti prepari?
"Per adesso l’estero è rappresentato delle prestigiose partite amichevoli, abbiamo già avuto modo di affrontare club come Barcellona, Manchester United o Bayern Monaco, sono belle esperienze; mi auguro ovviamente prima o poi di poter giocare per i tre punti. La parentesi in Lettonia è stata uno step di crescita che mi ero programmato e che rifarei mille volte a prescindere da quello che è il livello del calcio in quel paese".

Gran parte della tua carriera è legata a mister Giampaolo, come e quando è nata questa accoppiata abruzzese-marchigiana e che tipo di rapporto c'è tra voi, sia di lavoro che personale?
"Ho cominciato a lavorare con Marco nel 2004, Ascoli in serie B; ci si incontra per quegli intrecci che la vita ti riserva e poi ci vuole fortuna, condivisione, idee che collimano, etica del lavoro, onestà e un sacco di altre cose. Sul piano personale diciamo che quando frequenti qualcuno molto più tempo di quanto stai con i figli o la moglie è più che sufficiente. Quindi non facciamo le vacanze insieme!"

Marco Giampaolo è considerato tra i migliori tecnici e la sua escalation, soprattutto con la Samp lo ha confermato portandolo al Milan. Quali sono le sue qualità principali e cosa lo differenzia in particolare?
"Marco ha “la visione” che solo i talenti hanno; a questo aggiunge la capacità di trasmettere i concetti di gioco in modo sintetico e semplice... una roba molto molto difficile da fare".

La professione di tecnico ti porta a stare molto tempo lontano da Camerino e dalla famiglia, come riesci a conviverci e quanto sacrificio ti costa?
"A stare lontano da Camerino sono abituato e giocoforza si è dovuta abituare anche la famiglia, mia moglie Antonella è una fuoriclasse nel saper gestire questa situazione; sono meno abituato a stare lontano da Camerino dopo l’ottobre 2016. Spero che il rispondere “sono di Camerino” quando mi si chiede da dove vengo faccia almeno fare un pensiero su ciò che si sta passando dalle nostre parti".








Questa è un'intervista pubblicata il 18-07-2019 alle 16:00 sul giornale del 19 luglio 2019 - 6117 letture

In questo articolo si parla di sport, camerino, angelo ubaldi, intervista, micarelli

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