Il fascino della Pieve di Santa Maria di Laverino: visitatori da Marche e Umbria per "Chiese Aperte" (foto)

4' di lettura 11/10/2021 - Gran successo di pubblico per l'apertura straordinaria con visite guidate alla trecentesca Pieve di Santa Maria di Laverino, giornata svoltasi ieri nell’omonima e piccola frazione del Comune di Fiuminata in occasione dell'evento "Chiese Aperte", evento a carattere nazionale promosso in due giornate annuali dalla sede nazionale dell'Archeoclub, organizzato in questo caso dalla sede comprensoriale della Marca di Camerino in collaborazione con la Curia dell'Arcidiocesi di Camerino e San Severino e dell'amministrazione comunale di Fiuminata.

La giornata del 10 ottobre è appunto una di queste due tappe evento, che la sede di Camerino dell'Archeoclub, diventata sede comprensoriale per ampliare la propria sfera di azione, allargando i propri orizzonti anche in quei comuni che facevano parte della Marca di Camerino. L'altro appuntamento si è tenuto in primavera.

Sono stati ben 5 i turni di visite guidate (con oltre 100 persone), che si sono svolte nel rispetto delle norme anti-Covid19 per soddisfare tutti i partecipanti. Questo a conferma che la curiosità e l'interesse per ammirare tali gioielli dell'arte sparsi nel territorio e poco conosciuti, è sempre più grande. "La Pieve di Santa Maria di Laverino - dice la dott.ssa Fiorella Paino, (presidente della sede dell'Archeoclub di Camerino) - è una chiesa con un incredibile apparato pittorico, poco conosciuto. E' stata un'iniziativa molto apprezzata, con la partecipazione di oltre 100 persone provenienti non solo dai comuni vicini, ma pure da Corinaldo, Civitanova Marche ed anche dall'Umbria. Devo dire che ci ha fatto molto piacere la presenza della direttrice dei Musei di Nocera Umbra, che ha trascorso insieme a noi volontari parte del pomeriggio. Inoltre, molte persone ci hanno poi chiesto informazioni sui prossimi eventi che andremo ad organizzare sul territorio".

La presidente Fiorella Paino (nella foto durante una delle visite guidate), che per passione è anche appassionata di arte, illustra il contenuto storico, pittorico e architettonico della chiesina. "La piccola Pieve, viene definita piccola perché è un edificio di dimensioni contenute - dice la Paino - e risale alla fine del '300. I dipinti che vi sono conservati si riferiscono ai secoli XV e XVI, a parte quelli invece presenti nel presbiterio, che è stato aggiungo all'edificio originale nel XVII° secolo. Quindi abbiamo in esso opere che risalgono anche al XVII e XVIII secolo. I dipinti più interessanti sono quelli della parete d'ingresso con un ciclo diversamente attribuito da vari storici dell'arte o ad un non ben identificato maestro di Laverino, che presenta delle influenze di tipo sanseverinate se non addirittura peruginesco, ad un personaggio identificato da un altro storico dell'arte quale Girolamo di Matteo da Gualdo, pittore meno conosciuto del padre Matteo di Gualdo (a cui è stata dedicata anni fa una mostra di rinascimento eclettico). Ma l'importanza dei dipinti, al di là della identificazione dell'artista, è fondamentale da un punto di vista sociale e culturale, per capire la cultura e la società di qui tempi, testimoniata dai dipinti del XV secolo sulla parete di fronte a quella dell'ingresso, che presentano appunto dedicazioni alla Vergine e altre Sante, come: Lucia, Margherita e Caterina. Dipinti che nella tipica disposizione di allora, dove non c'era praticamente spazio fra un affresco e l'altro, sono continui".

Per quanto riguarda i dipinti dal XVII al XVIII secolo, molto interessante appare una tela attribuita al pittore camerinese Camillo Bagazzotti e precedentemente attribuita invece a Simone De Magistris, che rappresenta una vergine in trono fra Santa Lucia e Sant'Antonio Abate. "L'intero patrimonio pittorico - prosegue - non è stato finora indagato, quindi ci auguriamo che questa apertura possa effettivamente evocare una ripresa delle ricerche di questa Pieve, che effettivamente e attualmente in una posizione geografica defilata, nel passato era invece in un punto strategico e importante di grande passaggio, cioè sulla strada che conduceva a Roma che si trova a pochissima distanza e che i commercianti di Laverino erano famosi usare per il commercio di legname, anche particolarmente apprezzato e utilizzato anche per la costruzione di armi come balestre, alabarde ed altro".

La parte della Pieve relativa all'urbanistica ed alla rilevanza sociale è stata esposta invece ai visitatori dall'architetto Ulisse Costantini (nella foto in studio), membro dell'Archeoclub. "E' stato un grandissimo successo - aggiunge soddisfatto Ulisse Costantini - perché abbiamo avuto di continuo tanta gente, proveniente anche da fuori ed è stata una manifestazione che ci ha lasciato a tutti molto soddisfatti, organizzatori, amministrazione comunale compresa ed anche i visitatori sono rimasti meravigliati e molto contenti".








Questo è un articolo pubblicato il 11-10-2021 alle 18:31 sul giornale del 12 ottobre 2021 - 544 letture

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