Cambrugiano, la macchina del tempo di Belisario

4' di lettura 29/04/2022 - In ogni azienda che si rispetti c'è sempre un prodotto iconico che rappresenta storia, fascino e importanza dell'impresa stessa. Per le cantine Belisario di Matelica questo prodotto è il Cambrugiano.

Non lo scopriamo noi oggi, anzi si tratta di un'etichetta di vino conosciuta in tutto il mondo e tra le più premiate del mondo vinicolo italiano. Un estratto di emozioni che raccontano tanto del territorio di produzione, dal gusto al profumo, che anche nelle annate climaticamente più difficili riesce a regalare un prodotto stellare grazie alla bravura dell'enologo Roberto Potentini e alla filosofia aziendale che la differenzia dalle altre cooperative.

Si perché Belisario è una cooperativa, una delle uniche che riesce ad elevare a questo livello di qualità le sue etichette. Questo perché l'azienda non prende in carico solo le uve nel momento del conferimento in cantina, ma segue l'intero percorso di ogni singolo vigneto, metaforicamente accarezzandolo e accudendolo con cura in ogni stagione dell'anno. In cantina avviene la magia finale, con fermentazione, maturazione e affinamento seguiti con attenzione maniacale e sfruttando tutte le tecnologie a disposizione.

La prima annata in cui si produsse Cambrugiano fu quella del 1988, l'ultima a disposizione in commercio è quella del 2018. Un Verdicchio di Matelica Docg che nel tempo si è sicuramente evoluto, ma che segue un filo logico ben preciso studiato di anno in anno da Potentini per eccellere al momento della degustazione, sia di una nuova annata che soprattutto di una vecchia bottiglia. Martedì 26 aprile 2022 la cantina ha deciso di aprire le porte ai più importanti ristoratori marchigiani, mettendo a disposizione una verticale che ha compreso in degustazione 20 annate proprio tra il 1988 e il 2018.

Il risultato è stato magnificente. Presentate da Pierpaolo Rastelli e da Roberto Potentini, le varie annate di Cambrugiano, intervallate da alcune del fratello minore Meridia negli anni più significativi, hanno portato indietro nel tempo i partecipanti con vini inspiegabili, qualitativamente inarrivabili per longevità e qualità. L'uso del legno studiato in base all'annata, il clima che diventa sempre più caldo negli anni e quindi l'utilizzo di vigneti sempre più ad alta quota, quella criomacerazione che nel 1988 era quasi un atto di stregoneria in cantina, sono solo alcuni dei segreti dietro al successo delle varie annate di Cambrugiano.

Tra i tanti ci permettiamo di segnalare il Cambrugiano 2010, il 2008, il 2006, ma anche il 2004. Da seguire l'evoluzione nei prossimi anni del 2012, probabilmente uno dei Cambrugiano meglio riusciti di sempre che ora il tempo sicuramente andrà a lavorare come solo lui sa fare con un ottimo Verdicchio di Matelica.

Belisario nonostante la storicità e l'importante successo consolidato di anno in anno, si differenzia da tante altre importanti cantine per quella fame che ancora oggi porta l'azienda sempre un gradino più in alto, senza paura di cadere. Belisario investe, sperimenta, pubblicizza, fa assaggiare e guarda al futuro da una posizione privilegiata grazie alle intuizioni del suo enologo, del presidente Antonio Centocanti e di tutta la grande squadra. Non è un caso che la degustazione di martedì mattina si è conclusa spostando la manovella della macchina del tempo dalla modalità passato con l'annata 1988 di Cambrugiano, a quella del futuro con l'annuncio di due nuovi prodotti che nei prossimi anni saranno presentati sul mercato: il "Noi150" e lo spumante metodo classico. E chissà se non saranno presentati nella bellissima tenuta Cambrugiano, ovvero la nuova proprietà acquistata dell'azienda (a proposito di fame e investimenti...).

Quello che è certo è che Belisario continuerà a produrre Cambrugiano e lo farà sempre migliorandosi, portando Matelica nel mondo con un vino unico e irripetibile altrove. Un vino capace di portarti indietro nel tempo e allo stesso tempo regalarti una visione futura di quello che sarà dopo qualche altro anno in bottiglia. Una qualità che è tanto rara quanto incredibile in un vino da uve a bacca bianca.








Questo è un editoriale pubblicato il 29-04-2022 alle 11:57 sul giornale del 30 aprile 2022 - 587 letture

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