Dai duri allenamenti al sorpasso sul traguardo, la gioia di Crescimbeni: "Anche chi non fa atletica può vincere la Spada"

8' di lettura 25/05/2022 - La gara numero 40 della “Corsa alla spada e palio” è stata senza dubbio una delle più avvincenti ed incerte degli ultimi anni, soprattutto per il suo andamento ed il suo epilogo.

Se per il Palio il successo di Sossanta era molto più prevedibile, la corsa dei singoli è stata caratterizzata da due momenti, la lunga fuga lanciata dal via da Giacomo Fedeli (Di Mezzo) uno dei favoriti poi crollato stremato a poche decine di metri dal traguardo e la grande rimonta del giovane Daniele Crescimbeni (Sossanta), che nel finale in salita ha rimontato sia Marco Ricci (Muralto, altro big candidato al successo), sia Fedeli.

Una rimonta incredibile, ma non impossibile per le caratteristiche del vincitore, ex calciatore con un buon passato nelle giovanili di Camerino, Maceratese e Matelica, che insieme al suo allenatore Stefano Moriconi (2 spade in bacheca) si era preparato per vincere ed aveva studiato questa tattica di attesa fino all'ultimo strappo. Con i suoi 22 anni Daniele Crescimbeni (nella foto sopra di Paolo Verdarelli) ha tutte le potenzialità per ripetersi. Cresciuto a Camerino, dove ha studiato al liceo scientifico sportivo, ora frequenta il terzo anno alla facoltà di ingegneria meccanica all'Università di Ancona e gli mancano tre esami per la laurea breve che vorrebbe raggiungere fra luglio ed ottobre. Ha lasciato il calcio proprio per dedicarsi allo studio, ha la passione per le macchine di Formula 1 e sta lavorando ad un progetto di Formula Universitaria. Il suo obiettivo è quello di inserirsi in questo mondo delle auto, infatti per la laurea magistrale andrà a Torino a studiare ingegneria dell’autoveicolo, quindi entrare poi nell’automotiv, ma un altro obiettivo è quello di vincere una seconda spada per pareggiare il suo allenatore Stefano Moriconi.

Crescimbeni è il nono atleta a vincere la spada per Sossanta, che ne ha conquistate in tutto 19 (quasi la metà su 40 edizioni) così suddivise: Gilberto Pallotta 11 (di cui 10 di seguito); Samuele Grasselli 4 (di cui 3 di seguito), Stefano Moriconi e Matteo Falsi 2 ciascuno ed entrambe di fila, mentre 1 a testa per i vari: Alberto Pennesi, Fernando Salvetti, Battista Vennera, Marco Francucci e appunto Daniele Crescimbeni. Per il neo vincitore, in questa edizione della ripartenza, non sono mancate anche emozioni meno belle, come la paura per lo scherzo di cattivo gusto che ha subito con la scomparsa e poi il ritrovamento del trofeo della spada.

Cosa hai provato nel vincere la spada per la prima volta?
"La soddisfazione è stata grande - dice Daniele Crescimbeni - dopo tre anni in cui i piazzamenti erano buoni però con una preparazione che non era all’altezza per puntare a vincere, quest’anno che ho smesso di giocare a calcio ed ho chiesto al mio allenatore Stefano Moriconi di prepararmi per poterla vincere, è stato il coronamento di 4/5 mesi di duri allenamenti e la soddisfazione è soprattutto per questo, per aver ripagato questi mesi di lavoro".

Una dedica speciale a chi vuoi farla?
"La mia vittoria la dedico soprattutto alla mia famiglia, papà Roberto e mamma Giulia che non era mai venuta a vedere la corsa, ma quest’anno le ho detto “vieni perché ci sono possibilità”, poi ai miei fratelli Mattia, Marta e Luca, pure loro tutti presenti e a mia nonna, presente anche lei (aveva assistito alla gara del 2018 dove sono stato mezz’ora con l’ossigeno e non voleva che corressi più. Quest’anno l’ho convinta a venire ma gliel’ho detto solo due settimane prima che avrei partecipato), ma soprattutto la dedico a Stefano Moriconi, il mio allenatore, il cui 50% di questa vittoria è sua e gliela dedico forse al pari della mia famiglia, poi a tutti gli amici che sono venuti a vedermi, che mi hanno incitato, mi hanno corso affianco sulla salita".

Adesso scopriamo chi erano quei tifosi che ti si sono affiancati stile giro d’Italia…
"Sì, uno era un ragazzo del terziere, mentre l’altro era Samuele Micarelli che ha fatto tutta la salita con me, me lo aveva promesso ed è stata una spinta in più per riuscire ad arrivare alla vittoria ma poi anche tanti altri amici".

Raccontaci questa gara dove uno dei favoriti era partito forse troppo forte e ad un certo punto eri staccato di 4 secondi in fondo alla salita finale, hai fatto un miracolo?
“Le indicazioni di Stefano sono sempre state di stare attaccato, non fare il passo e puntare a superarlo in salita. Lui è partito fortissimo subito, dopo 50 metri e io non sapevo se stargli dietro o aspettare un attimo, ho preferito aspettare e mantenere sempre la stessa distanza. Po ho sentito Samuele Grasselli che mi ha detto "parti, seguilo però mantieni sempre la stessa distanza”, sotto la salita ho visto che era molto lontano però è quello il mio punto forte, ho iniziato ad accelerare e girata l'ultima curva stava ancora davanti, a dire la verità appena svoltato non ci credevo, non pensavo di riuscire a superarlo ma ho tirato fuori tutto quello che avevo, ho spinto, mi sono focalizzato solo su di lui e l’ho superato".

Quando siete stati vicini c’è stato un piccolo contatto e lì che hai capito di potercela fare?
"È stato un momento folle diciamo, perché ho visto che lui si è girato, era stanchissimo, lì vai solo con le ultime energie che hai, in quel momento non vedi niente, io vedevo solo lui che si è girato, mi ha visto che gli stavo vicino e si è un po' spostato, ma stavo ancora distante, poi quando siamo stati proprio di fianco lui magari ha cercato un contatto, pure io, poi lui ha cercato un po’ di appoggiarsi, ma era arrivato con le gambe veramente distrutte, è crollato per terra e per un attimo ho perso l’equilibrio pure io. Ho realizzato che mancavano veramente 10 metri, pochissimo e lì ho capito che avevo vinto la spada. Infatti ho fatto questi 10 metri e sono riuscito pure ad esultare perché avevo realizzato che avevo vinto. E' stato un momento importante che è durato tantissimo per me e poi la gioia più grande è arrivare e cadere davanti alla spada".

Spada e Palio, avete vinto tutto, anche se tu fossi arrivato secondo il Palio era comunque di Sossanta.
"Sì, sì, posso dire che un gruppo unito come quello di quest’anno e convinto dei propri mezzi, almeno io penso di non ricordarlo. Corro da 4 anni ed abbiamo vinto tre volte il Palio (2017, 2019 e quest’anno) però un gruppo così convinto e così unito non l’ho mai visto. Ci siamo ritrovati a sfilare tutti noi che correvamo, il giorno prima siamo stati praticamente tutta la giornata insieme, dalla benedizione da don Marco, al fiume, eravamo tutti uniti ed eravamo convinti di vincere. Sul Palio non avevano certamente dubbi perché conoscevamo le nostre potenzialità ed ognuno ha fatto quello che doveva e il merito di tutto lo dobbiamo al capitano Marco Francucci, che ci ha spronato ad allenarci da parecchio tempo, già da gennaio abbiamo iniziato e non ci ha fatto mollare, il palio al 90% è merito suo".

Considerato che questo tracciato o quello originale si addicono entrambi alle caratteristiche dei calciatori (e tu lo sei), possiamo dire che è tornato a vincere un atleta normale e non i soliti atleti professionisti e specialisti?
"Esatto la soddisfazione è pure questa. Io del vecchio percorso ho fatto solo la staffetta quindi non l’ho mai provato: dicono che per i calciatori dovrebbe essere più facile però, sinceramente, a me questo piace perché sulla salita sono sempre andato bene, anche quando gli anni scorsi sono sempre riuscito a superare e guadagnare buone posizioni. Sapevo che avevo due avversari, sia Marco Ricci che Fedeli, che venivano dall’atletica e che vincono tante gare, che si allenano tutto l’anno, però sapevo anche di aver buone qualità ma non potevo allenarmi giocando a calcio, invece quest’anno ho mollato la presa con il calcio e sapevo che potevo fare bene, quindi anche chi non fa atletica può vincere la Corsa alla Spada".

Un’ultima cosa, purtroppo su questa spiacevole vicenda della sparizione della spada. Cosa è successo, cosa hai pensato quando non hai più trovato la spada fino al suo ritrovamento?
"In taverna durante la festa ho pensato che fosse uno scherzo, l’abbiamo cercata, ero preoccupato però ero sicuro che la mattina dopo l’avremmo ritrovata o che qualcuno l’avesse riportata e quindi alle 4 dopo aver cercato per 2 ore siamo tornati a casa con l’idea che era uno scherzo e ce l’avrebbero riportata. La mattina del giorno dopo però ho pensato di non averla più. Sono andato pure io a cercarla di nuovo insieme ai miei fratelli, ai ragazzi dell’osteria e con alcuni amici, ma della spada non c’era traccia. Poi verso le 16,45, quando sono tornato a casa ed ero quasi sicuro di non trovarla più, è arrivata la chiamata di un amico, Sandro Semmoloni, che fortunatamente l’aveva ritrovata. Io sinceramente avevo smesso di sperarci però è andata bene così. Sono soddisfatto perché è la prima spada, è bella, mi piace tantissimo e mi sarebbe dispiaciuto non riaverla".

(foto in copertina di Paolo Verdarelli)








Questo è un articolo pubblicato il 25-05-2022 alle 11:43 sul giornale del 26 maggio 2022 - 1483 letture

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