Il prof. Trecciola presenta il suo libro di poesia, un "Cammino tra luci ed ombre"

5' di lettura 29/05/2023 - Nella suggestiva cornice del cortile esterno di palazzo Piersanti, venerdì 26 maggio, alle ore 17,30, il professore matelicese Antonio Trecciola ha presentato il suo primo libro di poesia Cammino tra luci ed ombre, Albatros Editore. Scrittore poliedrico, in passato ha pubblicato numerosi scritti, saggi di storia, letteratura, arte , tradizioni popolari del suo territorio, ma ora come lui stesso ha affermato nei suoi versi “Ci son cascato anch’io” nell’arte della poesia. Così egli stesso ha spiegato accogliendo i numerosi ascoltatori presenti all’evento il genere poetico da lui tenuto per tanto tempo ad una certa distanza, ora lo vede impegnato con entusiasmo e forte motivazione espressiva.

L’incontro, organizzato e patrocinato dall’amministrazione comunale della Città di Matelica, ha richiamato tanti spettatori; l’autore è molto conosciuto, Dirigente scolastico per molti
anni, insegnante prima, è stato applaudito da tanti ex colleghi e docenti del suo Istituto che hanno voluto condividere la sua opera.

La recensione del libro è stata affidata alla prof.ssa Lina Menichelli che ha spiegato innanzitutto il significato metaforico del titolo, un cammino perennemente alternato fra momenti di luce e altri di oscurità. Fra essi si snoda la vita, quella dell’autore, come quella di ogni essere umano, così come il farsi delle stagioni che incessantemente si succedono, consumando il tempo, in un ciclo continuo dove luce ed ombra, si lasciano il passo o mettono l’uomo nella condizione continua di dover decidere. La luce, l’esporsi, il protrarsi verso gli altri, in una manifestazione di sé spesso autentica, a volte celata da maschere; l’ombra richiama invece al ritrarsi, al nascondersi in una protezione dove la solitudine non è sempre sofferta, ma sovente è cercata.

La relatrice ha evidenziato la differenza fra lo scrivere poesie, come bisogno espressivo del tutto intimo, un soliloquio dell’anima che trova nelle parole la sua forma; ed invece il pubblicarle. Il fatto che esse siano poi offerte a chi le leggerà è atto di condivisione, il dire a se stessi si trasforma così in monologo, dove l’altro da sé sarà qualcuno che poi leggerà e, in una empatia profonda, potrà rivivere emozioni, sensazioni, stati d’animo e stesse immagini che l’autore ha riportato attraverso le parole. Vienimi incontro uno dei testi del volume, è proprio un esplicito richiamo all’altro, chi non si è mai conosciuto e mai si conoscerà, ma è presente in un’idea di speranza e di possibilità continua. Numerosi i richiami alle stagioni, alla natura, al suo paese; vicoli, suoni di campane conosciute, un vociare continuo che rende casa anche là fuori del portone, il senso forte delle radici, dell’appartenenza ad un luogo che non è solo geografico, ma emotivo. La coincidenza voluta della vicinanza della casa dell’autore al luogo della presentazione, ha fatto immedesimare ancor più gli ascoltatori nei versi spiegati. La primavera spesso cantata in varie poesie del volume, si sentiva nell’aria intorno, anche le voci dei rondoni che svettavano in uno spazio d’azzurro uguale , ma non lo stesso. Perché mai tornano? Esse che hanno il coraggio di partire.

Così fragili e così audaci, simboli di vite impegnate ad affrontare il mare della vita, con le sue bonacce e le sue tempeste, fra cieli sereni o grigi di malinconia. Ecco che il poeta si fa sacerdote dell’invisibile, come ha sottolineato la professoressa citando Baudelaire, in una continua forma di corrispondenza con l’ignoto che si svela alla sua sensibilità e si traduce in versi, per essere poi donati agli altri. Lo sforzo di rendere palesi i propri pensieri si trasforma nel poeta in un atto di grande generosità, sì perché chi leggerà troverà espresse le sue stesse emozioni in una forma di identificazione che riesce a commuovere. Molti i versi che richiamano la famiglia, la casa, gli affetti più cari; riescono a suscitare forti emozioni, perché universali i valori che sottendono.

Doveva essere un giorno felice la festa che si tramuta in tragedia, l’esperienza del dolore, della morte che ha consumato, per sempre, il tempo di chi è stato vicino… la sofferenza senza speranza e la ricerca di Dio che spesso non si fa sentire a lenire la pena. Ma intanto il tempo mi scivola accanto, lo scorgo passare all’ultimo istante… in molti testi l’autore ripropone il tema del tempo e del suo andare perpetuo, numerosi i richiami al famelico o reo tempo di poeti del passato, attestazione dell’impotenza dell’uomo di fonte all’andare degli attimi, fagocitati da un divenire inarrestabile che tutto cambia e tutto consuma. Il poeta è colui che esprime con le parole la consapevolezza di essere parte di un tutto, spesso ignoto, un esserci che sa leggere la fragilità dello stare al mondo.

Le poesie analizzate dalla relatrice sono state poi lette da Adriana Barone e Giancarlo Miliani, esponenti dell’università della terza età, che ha visto il professor Trecciola per tanto tempo impegnato come docente. Un pomeriggio emozionante, la poesia ha fatto incontrare e ritrovare, l’autore ha concluso l’evento con la lettura inedita di versi che apriranno la sua nuova pubblicazione… allora sì! Ci è cascato davvero e con tutte le scarpe!


   

da Fiorenzo Santini







Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-05-2023 alle 23:07 sul giornale del 30 maggio 2023 - 1342 letture

In questo articolo si parla di cultura, matelica, comunicato stampa

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