La sua Leica ritrasse i protagonisti del '900. Scomparso il fotografo Paolo Di Paolo

4' di lettura 13/06/2023 - Paolo Di Paolo, uno dei più grandi fotografi italiani contemporanei, si è spento all’età di 98 anni nella sua casa di Larino in Molise, dov’era nato

Nel 1939 si trasferisce a Roma, dove coltiva i suoi interessi storici e filosofici all’Università “La Sapienza”, compagno di studi e fraterno amico di Lucio Colletti. Frequenta gli ambienti artistici della capitale, intrecciando rapporti di amicizia e di scambio culturale con Mario Mafai, Giulio Turcato, Antonio Corpora, Pietro Consagra, Carla Accardi e Mimmo Rotella. Negli stessi anni concentra sulla fotografia i propri interessi per le arti figurative, svolgendo contemporaneamente esperienze professionali nell’editoria e nel giornalismo. L’esordio in fotografia avviene da dilettante, “nel senso di fotografare per diletto”, come lo stesso Di Paolo ha più volte precisato. Nel 1954 inizia a collaborare con Il Mondo, il prestigioso settimanale culturale fondato e diretto da Mario Pannunzio, che fece della redazione un vero e proprio laboratorio di fotogiornalismo, utilizzando l’immagine per raccontare gli aspetti della vita politica, del costume e quelli della vita sociale, maggiormente rappresentativi del contesto storico. Ogni fotografia, come lui stesso ha scritto “aveva lo scopo di cogliere in movimento un istante della vita reale, vista con occhio penetrante e spregiudicato”. Durante gli anni della sua collaborazione con la testata pubblicherà 573 immagini, un record ineguagliabile per gli altri fotografi che collaboravano con Il Mondo, come Ferdinando Scianna, Fulvio Roiter, Gianni Berengo Gardin, Romano Cagnoni, Federico Patellani, Piergiorgio Branzi.

Tra il 1954 e il 1956, Di Paolo estende la sua collaborazione ad altre riviste, come la Settimana Incom Illustrata, e il settimanale Tempo, realizzando numerose inchieste e servizi. E’ anche inviato speciale all’estero: nel 1959 in Russia, nel 1960 in Iran, alla corte di Teheran per la nascita dell’erede al trono, nel ’61 in Giappone, per un reportage sul boom economico, mentre nel 1964 si trova negli Stati Uniti. L’approccio con la professione, sempre discreto e garbato, complice la piccola e fedele Leica III C, gli permette di conquistarsi la fiducia dell’alta società italiana e del jet set internazionale. Viene così incaricato di documentare il viaggio di nozze in Italia di Ranieri di Monaco e Grace Kelly, come pure l’idillio romano di Yves Montand e Simone Signoret. Invece a Modena Enzo Ferrari si lascia fotografare in fabbrica tra i suoi operai e i suoi motori. Tra le sue inchieste sociologiche sul Paese Italia, resta memorabile quella intitolata "La lunga strada di sabbia", quasi uno studio antropologico su atteggiamenti e comportamenti degli italiani sulle spiagge delle prime vacanze di massa, firmata nel 1959 con Pier Paolo Pasolini. La loro collaborazione continua fino alle riprese dei film Il Vangelo secondo Matteo e Mamma Roma, che Di Paolo documenta con molte foto di scena, ricevendo piena fiducia dal regista, che gli permette di ritrarlo anche nella sfera privata, in raccoglimento di fronte alla tomba di Gramsci e nel suo ambiente familiare, con la madre nella casa di Monte dei Cocci. La stessa intimità si era guadagnato con Anna Magnani, che fotografa insieme al figlio nella sua villa al Circeo, come pure con Umberto II di Savoia, ex regnante italiano in esilio, fotografato con i figli nella dimora di Oporto. Ma l’ambiente che lo ha di certo maggiormente riconosciuto e accreditato è stato quello della cultura e dell’arte, come testimonia il corposo elenco di scrittori, attori, registi e artisti da lui ritratti, tra i quali Alberto Moravia Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Carlo Emilio Gadda, Vincenzo Cardarelli, Ezra Pound, Giorgio De Chirico, Edoardo De Filippo, Tennesee Williams, Federico Fellini e Giulietta Masina, Alfred Hitchcock, René Clair, Luchino Visconti, Brigitte Bardot, Gloria Swanson, Kim Novak, Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Faye Dunaway, Charlotte Rampling, Gina Lollobrigida, Monica Vitti, Juliette Gréco, Carla Fracci.

Nel 1966, in seguito alla chiusura del settimanale Il Mondo, decide di cessare la professione di fotografo freelance. L’8 marzo invia a Pannunzio un telegramma in cui scrive: «Per me e per altri amici muore oggi l’ambizione di essere fotografi».

Paolo di Paolo frequentava spesso le Marche, soggiornando a Fiuminata, di cui è originaria sua moglie Elena. Ha esposto le sue fotografie più famose a Fabriano e a Camerino, città per la quale nel 2013 ha curato il libro fotografico I volti di Camerino.

Nel 2018 il museo MAXXI di Roma gli ha dedicato la mostra retrospettiva Paolo Di Paolo. Mondo perduto. Fotografie 1954-1968, sponsorizzata dalla Fondazione Gucci. Il 16 maggio scorso l’Università “La Sapienza” di Roma gli ha conferito la laurea ad honorem in Storia dell’Arte. Durante la cerimonia, che si è svolta alla presenza della Magnifica Rettrice, Antonella Polimeni, Silvia Di Paolo ha letto la lectio magistralis scritta dal padre, intitolata La Filosofia dietro l’immagine.

Immagini del foto©archivio PaoloDiPaolo. In copertina e FOTO 1 Paolo di Paolo, Roma, Museo MAXXI 2019. FOTO 2 Giuseppe Ungaretti, 1961 foto©archivio Paolo Di Paolo


   

da Francesco Maria Orsolini











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