Conclusa la colonia dell'Unione Montana di Camerino: 50 bambini al mare nello chalet della famiglia Micarelli

4' di lettura 15/07/2023 - Chiusura alla grande con circa 50 bambini, per la colonia estiva promossa dall’Unione Montana di Camerino con il supporto e la collaborazione del Contram, per i bambini dell’entroterra.

L’appuntamento, che si rinnova da qualche anno, anche per questa estate ha fatto registrare sempre una grande partecipazione di bambini nelle sue 8 giornate distribuite in 4 settimane, due a giugno e due a luglio. Accompagnati dai vari educatori e raccolti con un servizio trasporti nei vari centri dell’entroterra facenti parte dell’Unione Montana di Camerino, i bambini si sono dati ancora una volta appuntamento allo stabilimento balneare nr 13 sul lungomare sud che porta di nome di “Gigetta Cazza la Randa”, che da qualche anno ha una nuova gestione.

Lo chalet infatti è gestito dalla famiglia di Gabriele Micarelli, che si è sentito come il papà di tanti bambini, essendo originario di Appennino (Frazione di Visso), per poi aver vissuto per diversi anni a Pieve Torina e ristoratore di professione. Nelle 8 giornate con i bambini ospiti della struttura è stata come una festa per una grande famiglia. I piccoli turisti occasionali sono stati esemplari. Organizzati, sorvegliati e guidati dai rispettivi educatori, i bambini hanno socializzato e si sono divertiti un mondo e l’iniziativa è stata ancora una volta un successo. “Per me è la seconda esperienza con la colonia dei bambini – dice il titolare della concessione Gabriele Micarelli – perché è da poco che ho in gestione questo stabilimento balneare. E’ un’esperienza positiva, mi piace, invece mi dispiace quando arriva l’ultimo giorno, come l’altro ieri, perché sono ragazzini educatissimi ed è un piacere ospitarli, poi mi ricorda l'infanzia".

Come riesce a conciliare in piena stagione, turisti e bimbi delle colonie?
“Ci si riesce se c’è professionalità dello staff che gestisce i vari gruppi – aggiunge Gabriele – e su questo l’Unione Montana può contare su validissimi collaboratori, altrimenti non è facile. Io ho avuto anche altre esperienze con mini-gruppi. Con la colonia siamo partiti con 35 ed arrivato a 48 nell’ultima giornata ed io praticamente nemmeno me ne sono accorto. Loro sono molto educati, a tavola rispettosi delle regole che vengono date e non hanno mai dato noia i turisti sotto i loro ombrelloni, quindi, anche per questo noi non ce ne accorgiamo nemmeno e di questo va dato appunto merito a chi li gestisce”.

A tavola i bambini hanno varie esigenze, non sono come i grandi e non mangiano solo pesce. Come li avete gestiti per la cucina?
“Noi ci siamo organizzati così, su segnalazione degli educatori sappiamo quanti bambni mangiano il menù del giorno ed in alternativa portiamo sempre altre cose. Siccome sono bambini gli abbiamo cambiato il menù ogni volta, siamo passati dalle cose più semplici come la pasta al pomodoro al risotto alla marinara, al giro pizza, ai merluzzi, gli abbiamo fatto anche la paella con le cozze e le vongole. Diciamo che l’80 % è pronto a recepire le proposte, mentre per i più delicati prepariamo cose e pietanze adatte solo per loro”.

E’ da pochi anni che lei gestisce questo chalet, com’è iniziata questa avventura?
“E’ stato un caso. A Macerata gestisco il ristorante Verde Caffè. Appena dopo il Covid mi è stata proposta una collaborazione presso il Club Vela a Civitanova e siamo stati lì un anno e poi è capitata questa opportunità dello chalet che è nel centro del lungomare, è stato molto difficile prenderlo perché c’era molta concorrenza. Ci siamo riusciti, per un anno ho gestito entrambi, chalet e Club Vela, ma lo stabilimento balneare richiede un grande impegno ed ho lasciato il club Vela per dedicarmi solo alla struttura balneare, che ha una spiaggia con 120 ombrelloni, un ristorante-pizzeria che può ospitare 120, 130 persone, facciamo pesce, sushi, quest’anno anche un po’ di carne. Nel dopocena un bar che fa cocktail, quindi l’impegno è grande. Abbiamo anche 4 campi da beach-volley. Tutto comunque è avvenuto per caso, di conseguenza, nulla di premeditato. Ci è capitato, lo abbiamo preso, siamo una famiglia numerosa, quindi grazie al supporto di tutta la famiglia riusciamo a portarlo avanti”.

Il nome dello chalet è tra passato e futuro, com’è cambiato?
“Per rispetto della tradizione, che per me è importante, ho lasciato il nome di GIGETTA a cui ho aggiunto Cazza la Randa, che è un termine tecnico che sta a significare la partenza di un barca a vela quindi sta a significare “riparti Gigetta”, per cui è nato “GIGETTA Cazza la randa”.








Questo è un articolo pubblicato il 15-07-2023 alle 12:28 sul giornale del 17 luglio 2023 - 1986 letture

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