Urgenze e potenzialità della Sinclinale Camerte, il prof. Morettini dopo la serie di incontri sul territorio: "Costruire efficaci economie di rete"

5' di lettura 22/09/2023 - Grazie alla fondazione Il Vallato negli scorsi mesi abbiamo assistito a un ciclo di conferenze molto importanti che hanno avuto come temi centrali quelli delle urgenze e delle potenzialità socio-economiche delle aree interne marchigiane, con particolare riferimento all’area della Sinclinale Camerte.

Un approfondito dibattito che è andato in scena tra la fine di maggio e la metà di settembre tra Matelica, Fabriano, Pioraco e Camerino. Obiettivo degli eventi è stato quello di sollecitare una riflessione che spinga le forze vive della popolazione locale, gli imprenditori, i giovani e tutti i potenziali interessati, a lavorare insieme al fine di valorizzare in ogni ambito l’area appenninica legata alla Sinclinale.

A coordinare i lavori è stato sempre il professor Gabriele Morettini, docente della Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche, autore di numerose pubblicazioni sui temi delle scienze regionali, dei divari territoriali, dello sviluppo socio-economico, delle aree interne, dell’economia della popolazione e delle dinamiche demografiche, con specifica attenzione allo spopolamento e in un’ottica di lungo periodo, utilizzando metodologie quantitative e con uno spiccato approccio interdisciplinare, mettendo in relazione elementi economici, demografici, storici e sociali.

La relazione introduttiva di ogni incontro ha posto a confronto zone omogenee, paragonabili per similitudine alle diverse aree della nostra Sinclinale, con testimonial provenienti dalla zona scelta come modello positivo di sviluppo e di crescita, per osservare come problemi simili siano stati risolti e trasformati in punti di forza in altre zone d’Italia.

Tanti gli spunti interessanti che sono emersi in questo percorso e che hanno colpito gli organizzatori, le persone e le istituzioni intervenute. L'interesse è dovuto principalmente all'importanza delle tematiche affrontate, soprattutto per chi ha a cuore il territorio della Sinclinale e il suo futuro. Al professore Morettini abbiamo dato l'arduo compito di raccontarci questa serie di incontri e le prospettive che sono emerse. Non c'era persona migliore per farlo e per proseguire anche il nostro percorso di “Vivere il Vallato”, il format che per certi versi ricalca gli scopi e i fini della serie di conferenze appena concluse.

Professore, partiamo da un bilancio generale di questi incontri fatti sul territorio della Sinclinale: qual è stata la risposta del pubblico e delle personalità coinvolte? C'è stata la giusta attenzione e interesse nei confronti delle tematiche proposte?
“La risposta del pubblico è stata variegata - spiega Morettini -. Molto dipende dal contesto in cui si è svolto l’incontro: ad esempio Fabriano è molto sensibile alla riconversione del proprio tessuto produttivo e ha quindi assicurato una platea più ampia. Mi è comunque sembrato fossero presenti le persone giuste, cioè i soggetti politici, imprenditoriali o appartenenti alla società civile maggiormente coinvolti nella ridefinizione del paradigma socioeconomico della Sinclinale”.

Andando più nello specifico nel tema del divario tra aree interne e aree più densamente popolate: arrivati al 2023, quali sono le azioni che vanno portate avanti per contrastare questo fenomeno in relazione al nostro territorio? Da dove partire per invertire questa tendenza?
“Anzitutto bisogna acquisire consapevolezza di un ineluttabile (almeno nel medio periodo) declino demografico e porre la residenzialità come stella polare delle politiche di sviluppo locale. A tal fine è necessario identificare e valorizzare in forme adeguate ai tempi la significativa dotazione di capitale territoriale della Sinclinale. Questo territorio dispone infatti di straordinarie competenze imprenditoriali, longeve esperienze culturali, eccellenze agricole, un diffuso patrimonio artistico, naturalistico e paesaggistico. Questo mosaico di risorse deve però essere rigenerato in ottica sistemica, favorendo la cooperazione e le sinergie tra comuni e stakeholder locali”.

Secondo lei i giovani che oggi si pongono come obiettivo quello di restare nei loro territori sono in aumento rispetto a qualche anno fa, specialmente dopo il Covid, oppure in diminuzione?
“Occorre scindere due aspetti del fenomeno. Il numero di giovani residenti nelle aree interne scende in primis per via del calo delle nascite. Si tratta di un processo strutturale che ha ricevuto un’accelerazione in questi ultimi anni. Dopo la crisi del 2008, il problema della bassa natalità è stato amplificato da un saldo migratorio negativo, che è ripreso dopo la pausa forzata degli anni del Covid. Per frenare l’esodo di forze giovani è necessario intervenire sull’offerta di servizi e opportunità lavorative, al fine di migliorare la vivibilità di queste aree. Nessuno avvia un progetto di vita in assenza di lavoro, scuole, ospedali, interazioni sociali”.

La domanda è molto generica, ma necessaria: la politica e le istituzioni come possono incentivare lo sviluppo delle aree interne?
“Non è semplice individuare una ricetta valida per tutte le aree interne, che includono isolate comunità montane, amene destinazioni turistiche, distretti industriali in fase di riconversione. Si dovrà provvedere a una rigenerazione dell’economia e della comunità locale, sfruttando le opportunità aperte dal cambiamento del paradigma produttivo, sempre più improntato al tema della sostenibilità. Lo sviluppo delle aree interne non può però prescindere da una revisione delle metriche attualmente utilizzate per l’allocazione dei servizi, che penalizzano i contesti rurali e montani. Le aree interne, caratterizzate da bassa densità di popolazione, sparsa in numerosi piccoli centri, non riescono a produrre economie di scala, ma potrebbero costruire efficaci economie di rete. In tale ottica è essenziale che le varie comunità locali riescano a dialogare proficuamente per creare progetti di sviluppo condivisi”.

Alla luce di quanto approfondito negli incontri e dopo un'attenta analisi dei vari fattori, come si immagina il territorio e la popolazione della Sinclinale fra 20 anni?
“Il futuro è già scritto, almeno a livello demografico. In base alle previsioni ufficiali si può stimare in modo prudenziale un calo dei residenti intorno al 10%, e una contrazione di circa il 20% per gli under 14. In sintesi, tra 20 anni la Sinclinale avrà meno abitanti e pochi giovani. Ciò implica carenza di manodopera e ingenti costi per garantire pensioni e assistenza a comunità assai invecchiate. Le aree interne e la Sinclinale dovranno pertanto programmare sin da ora una risposta adeguata ad affrontare tali sfide. L’obiettivo è assicurare una buona qualità della vita a chi resta e tentare di gettare i semi per invertire i trend demografici nel lungo periodo”.

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Questo è un articolo pubblicato il 21-09-2023 alle 18:07 sul giornale del 23 settembre 2023 - 2358 letture

In questo articolo si parla di attualità, matelica, Riccardo Antonelli, articolo, vivere il vallato

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